Juventus, sono cento anni di storia che rassicurano i tifosi

Gianluca Ferrero è il ventiquattresimo presidente della Juventus, il quattordicesimo degli ultimi cento anni, da quando il club è di proprietà della famiglia Agnelli. Cento anni nei quali ci sono stati molti periodi vincenti, qualche momento difficile, ma la Juventus è rimasta sempre la Juventus, tornando sempre a vincere e risorgendo da ogni crisi, anche quelle che molti consideravano esiziali. E, soprattutto, più forte e resistente di chiunque l’abbia guidata, perché, sì, gli uomini passano, la Juventus resta non è uno slogan, ma una verità storica. Oggi inizia una nuova era. Inizia senza riscaldamento: il nuovo presidente e il nuovo amministratore delegato, Maurizio Scanavino, stasera vedranno la squadra affrontare il Monza in Coppa Italia (trofeo importante per salvare la stagione sportiva); domani a Roma condurranno la prima battaglia in sede di giustizia e sul tavolo ci sarà la questione plusvalenze. E poi, senza soluzione di continuità, ci saranno altre sfide sul campo e nei tribunali, mentre nella sede verrà riprogettata la società sulla base di un piano che dovrà risanare i conti senza compromettere la competitività sportiva.

Garanzie per i tifosi

Le burrasche mediatiche degli ultimi tre mesi hanno agitato l’animo del popolo juventino, sballotato da preoccupazioni dopo non poche delusioni calcistiche. Ferrero ha provato a confortarli con parole significative e un atteggiamento che ha trasmesso una bella empatia bianconera, saranno solo i fatti, però, a convincere tutti. Conosce la Juventus, Ferrero, e lo sa. Ma ci sono garanzie per i tifosi già oggi. La prima è la veemenza con la quale la proprietà sta ribadendo la volontà di combattere in tutte le sedi per far rispettare la Juventus e la convinzione che il club e la sua ex dirigenza abbiano agito correttamente: non è un dettaglio, perché John Elkann ed Exor non si espongono senza averneuna buona ragione. La seconda è che la volontà, altrettanto forte, di conservare la competitività del club viene espressa da una proprietà che negli ultimi tre anni ha investito 700 milioni e non vuole ridimensionare la Juventus, ma solo razionalizzarne i conti.

Il futuro: equilibrio è la parola d'ordine

Che Juventus sarà, dunque, lo scopriremo in tempo molto rapidi. Le prime scelte importanti saranno sul fronte dell’area sportiva: assegnare i ruoli a chi opererà sul calciomercato e a chi gestirà la squadra sarà un momento chiave. Ma la strada è stata ribadita anche ieri: la seconda squadra dovrà fornire talento fatto in casa per contenere i costi e consentire, quindi, di conservare un numero congruo di fuoriclasse più onerosi fra i titolari: equilibrio sarà la parola d’ordine del progetto in attesa di capire cosa succede nel calcio europeo, uno scenario che non preoccupa solo Andrea Agnelli, ma anche il cugino John. La Juventus, quindi, rimane la Juventus e proprio per questo la squadra deve recuperare al più presto quel senso di appartenenza indispensabile per uscire dai momenti bui e tornare a esaltare i tifosi. In fondo è quella la grande sfida che deve vincere la nuova dirigenza, chiamata a ripetere quel miracolo di juventinità che nell’estate del 2011 vide risorgere lo spirito bianconero, grazie all’allineamento di una serie di uomini dal cuore a strisce, che oggi vanno individuati.

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