Santoriello-Juve: che il tifo resti fuori da questa storia

Frasi inopportune vs reazioni troppo violente: il clima surriscaldato non ha bisogno di altro odio e di attacchi alle persone

TORINO - In tutta la scabrosa vicenda del video del pm Ciro Santoriello l'elemento più brutto è la parola «odio». La usa il pm durante il famigerato convegno, la usano molti commentatori, lo praticano in maniera talvolta oscena i tifosi, che in alcuni commenti trascendono. Odio è una parola che non serve a spiegarsi, a risolvere, a superare gli ostacoli. L'odio genera quasi sempre odio con escalation spesso deprecabili, in certi casi perfino pericolose. L'odio, in questo caso specifico, è la parola più inutile di tutte.

Clima pesante

Il problema è il clima nel quale sono atterrate (da un video del 2019) le parole di Santoriello. In una stanza satura di gas basta una scintilla per innescare un'esplosione e lo scenario in cui si muovono la Juventus e i suoi tifosi è molto infiammabile da un'anno, da quando, cioè, hanno iniziato a circolare i primi brandelli di intercettazioni dell'inchiesta Prisma, condotta dallo stesso Santoriello con altri due colleghi. Gli stralci delle 14mila pagine sono stati spesso decontestualizzati, altre volte strumentalizzati nel dibattito pubblico (dove sempre più di frequente si celebrano processi tanto sommari quanto somari) e poi utilizzati, senza adeguato contraddittorio, dalla Corte d'Appello Federale per la violenta penalizzazione di 15 punti. Ecco, al di là di considerare la Juventus colpevole o innocente, questa è la stanza piena di gas, pronta a esplodere alla prima scintilla.

Opportunità

Per il tifo, nel nostro Paese, è altamente infiammabile. E dovrebbe stare fuori da questa vicenda. È inopportuno che un pm dichiari pubblicamente, anche scherzando, di odiare una determinata squadra se esiste la possibilità (concreta in questo caso, visto che Santoriello opera a Torino) di doverla indagare per una qualsiasi ragione. Non è civile che parole estrapolate scatenino un'onda così furente nei confronti di una persona. Tanto non cambia niente e si peggiora solo l'aria, già pessima da respirare.

In definitiva...

1. Quelle frasi non andavano pronunciate, soprattutto in un Paese dove il tifo non è e, purtroppo, non sarà mai sereno e scevro da nevrosi.

2. Quelle frasi sono... frasi, cioè parole. Quindi, esattamente come quelle delle intercettazioni dell'inchiesta Prisma, devono trovare riscontro nella realtà dei fatti (uno può dire quello che vuole, ma l'importante è quello che fa).

3. L'operato di Santoriello sarà oggetto del giudizio di un giudice che valuterà ancora più attentamente, anche in considerazione delle frasi, l'indagine Prisma. A proposito di fatti e non di parole, finora Santoriello ha incrociato la Juventus due volte nella sua professione: una volta ha archiviato una denuncia per falso in bilancio a carico del club; una volta ne ha chiesto il rinvio a giudizio. 

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