Juve, Barrenechea ultimo diamante della miniera Next Gen: chi è in rampa di lancio

Il regista acquistato nel 2020 e frenato da un brutto infortunio ha finalmente spiccato il salto con la titolarità nel derby: personalità, tecnica e grinta

TORINO - Sogno è una delle prime parole che vengono alla mente nel provare a descrivere l’esordio in Serie A di Enzo Barrenechea: titolare nella Juve in un derby vinto con doppia rimonta, giocando una buona partita a dispetto di un po’ di emozione iniziale. «Molto felice di aver debuttato in Serie A e in più dall’inizio. Il mio primo derby... Torino è bianconera», ha celebrato su Instagram quella che può effettivamente essere definita una serata da sogno. Una serata alle cui radici c’è però tutt’altro: ci sono razionalità e programmazione, una programmazione che parte dal 2018, quando la Juventus lanciò il progetto seconda squadra.

Il quinto, non l'ultimo

Barrenechea, 21 anni, è il quinto giocatore passato attraverso la Next Gen a essere stato utilizzato in questa stagione da Massimiliano Allegri in più di una partita ufficiale (il debutto assoluto lo aveva festeggiato in Champions, all’88’ di Juve-Psg): Miretti, Fagioli e Soulé fanno parte della prima squadra fin dall’inizio della stagione, mentre a fine ottobre è stato promosso Iling Junior. Tutti e quattro hanno già raggiunto la doppia cifra di presenze (25 Miretti, 21 Fagioli, 14 Soulé e 10 Iling) e i due azzurri sono da considerarsi ormai tra i titolari, pur nel senso ampio del termine. Un ricorso ai giovani che non ha precedenti nella storia recente bianconera: tra gli otto under 20 più impiegati dal 2000 a oggi ben quattro, ad esempio, hanno totalizzato le loro presenze nel corso delle ultime due stagioni (dunque con in panchina Allegri, evidentemente meno refrattario alla linea verde di quanto si dica). Miretti che è il primatista assoluto con 32, poi Soulé con 16, Iling e Kaio Jorge con 10 (e il brasiliano ne avrebbe sicuramente di più senza il grave infortunio subito il 23 febbraio di un anno fa). Gli altri quattro della classifica sono Pogba (28 presenze prima dei 20 anni), Coman (22), Kean (21) e Sorensen (19). Gli ultimi due sono stati antesignani di quella doppia filosofia che ha poi trovato nel progetto Next Gen la propria piena realizzazione: affiancare sviluppo dei talenti italiani (Kean) e ricerca di quelli stranieri (Sorensen). Talenti che da cinque anni vengono poi preparati al passaggio nella prima squadra attraverso la seconda. E’ questo che è successo con Miretti e Fagioli da un lato, Soulé, Iling e ora Barrenechea dall’altro.

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Barrenechea e i prossimi giovani in rampa di lancio

Il regista argentino era stato acquistato a gennaio 2020 dal Sion, che lo aveva prelevato cinque mesi prima dal Newell’s Old Boys. Inserito nella Primavera di Zauli, si afferma nella stagione successiva con Bonatti in panchina, mentre Zauli, nel frattempo promosso, lo fa esordire in Serie C con l’allora Under 23. A maggio 2021 però la lesione del legamento crociato del ginocchio destro ha interrotto la sua crescita, rinviando quello che sta avvenendo in questa stagione: il suo affermarsi come pilastro della Next Gen e il suo progressivo passaggio alla prima squadra. Traguardi raggiunti grazie a grinta e fisicità che sublima negli interventi in scivolata (uno prezioso anche nel derby) e grazie a ordine e pulizia in impostazione. Oltre alla personalità che gli ha permesso di calarsi nel derby senza patire psicologicamente il debutto. 
Ultimo giocatore passato dalla Next Gen a essere protagonista in prima squadra, l’argentino è comunque destinato a non restare tale. L’esterno Tommaso Barbieri (1 presenza in Champions) e il difensore centrale Alessandro Pio Riccio, entrambi già impiegati in più di un’amichevole, sono in rampa di lancio. Rampa su cui saliranno, nella prossima stagione se non già in questa, il difensore centrale olandese Dean Huijsen, che ha già bruciato le tappe diventando un punto fermo della Next Gen a 17 anni, e il suo coetaneo Kenan Yildiz, stella turca della Primavera che con la Next Gen ha debuttato a dicembre.

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TORINO - Sogno è una delle prime parole che vengono alla mente nel provare a descrivere l’esordio in Serie A di Enzo Barrenechea: titolare nella Juve in un derby vinto con doppia rimonta, giocando una buona partita a dispetto di un po’ di emozione iniziale. «Molto felice di aver debuttato in Serie A e in più dall’inizio. Il mio primo derby... Torino è bianconera», ha celebrato su Instagram quella che può effettivamente essere definita una serata da sogno. Una serata alle cui radici c’è però tutt’altro: ci sono razionalità e programmazione, una programmazione che parte dal 2018, quando la Juventus lanciò il progetto seconda squadra.

Il quinto, non l'ultimo

Barrenechea, 21 anni, è il quinto giocatore passato attraverso la Next Gen a essere stato utilizzato in questa stagione da Massimiliano Allegri in più di una partita ufficiale (il debutto assoluto lo aveva festeggiato in Champions, all’88’ di Juve-Psg): Miretti, Fagioli e Soulé fanno parte della prima squadra fin dall’inizio della stagione, mentre a fine ottobre è stato promosso Iling Junior. Tutti e quattro hanno già raggiunto la doppia cifra di presenze (25 Miretti, 21 Fagioli, 14 Soulé e 10 Iling) e i due azzurri sono da considerarsi ormai tra i titolari, pur nel senso ampio del termine. Un ricorso ai giovani che non ha precedenti nella storia recente bianconera: tra gli otto under 20 più impiegati dal 2000 a oggi ben quattro, ad esempio, hanno totalizzato le loro presenze nel corso delle ultime due stagioni (dunque con in panchina Allegri, evidentemente meno refrattario alla linea verde di quanto si dica). Miretti che è il primatista assoluto con 32, poi Soulé con 16, Iling e Kaio Jorge con 10 (e il brasiliano ne avrebbe sicuramente di più senza il grave infortunio subito il 23 febbraio di un anno fa). Gli altri quattro della classifica sono Pogba (28 presenze prima dei 20 anni), Coman (22), Kean (21) e Sorensen (19). Gli ultimi due sono stati antesignani di quella doppia filosofia che ha poi trovato nel progetto Next Gen la propria piena realizzazione: affiancare sviluppo dei talenti italiani (Kean) e ricerca di quelli stranieri (Sorensen). Talenti che da cinque anni vengono poi preparati al passaggio nella prima squadra attraverso la seconda. E’ questo che è successo con Miretti e Fagioli da un lato, Soulé, Iling e ora Barrenechea dall’altro.

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