Juve-Dybala, dalla Joya al veleno: c’eravamo tanto amati

Era l’idolo dei tifosi, specialmente dei più piccoli, ora invece spacca a metà l’opinione pubblica bianconera. Domani Dybala-day all'Olimpico: in lacrime l’ultima volta allo Stadium da juventino, poi l’indifferenza. E le frasi dette agli inquirenti hanno ferito tanti cuori

TORINO - Con quella maglia bianconera, indossata l’ultima volta allo Stadium il 16 maggio 2022 contro la Lazio, aveva fatto innamorare tutti o quasi. E quando ha dovuto lasciarla, Paulo Dybala non è riuscito a trattenere tutta la sua genuina emotività: i tifosi in piedi, i compagni ad applaudire, la dirigenza schierata al gran completo, lui a girare in tondo, in lacrime, a pochi metri dall’area sotto la curva del pubblico juventino più caldo. Dura dirsi addio, quando ci si è amati profondamente. Ma proprio quando il rapporto è così intenso che la frattura, se si crea, diventa devastante e difficile da rimarginare. Sembra trascorso un secolo, in realtà sono solo pochi mesi, e Dybala e la Juventus non potrebbero essere più distanti di così. Eppure domani si ritroveranno di fronte, da avversari, come una coppia il cui matrimonio è scoppiato e che adesso si trova ad affrontare le conseguenze di un divorzio doloroso, per entrambe le parti. C’era stata indifferenza, almeno da parte dell’opinione pubblica juventina, adesso nemmeno quella perché le vicende legate alle inchieste, con le parole dell’argentino agli inquirenti, hanno spaccato in due la tifoseria. Perché in fin dei conti Dybala resta l’ex idolo dalla faccia pulita, amato dai bambini che sognavano un giorno di diventare come lui e nel frattempo si accontentavano di esultare con l’inconfondibile mask; dall’altra la richiesta di 3,7 milioni di euro, dopo tutto quello che c’è stato, ha spezzato diversi cuori bianconeri, sconfinando in una antipatia impensabile per chi ha rappresentato per anni il volto più bello della Juventus agli occhi dei tifosi. Ma i matrimoni, anche i più romantici, possono finire e quello tra l’argentino e il club bianconero non ha rappresentato una eccezione.

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Paulo tradito due volte: dalla Juve e poi dall’Inter di Marotta

Dybala resta molto unito con il gruppo di giocatori: è stato uno di loro ed è rimasto in ottimi rapporti con alcuni all’interno dello spogliatoio juventino. Piuttosto si è creata una frattura con la società, almeno con quella che fino a qualche mese fa guidava la Juventus: del resto il lungo braccio di ferro per il rinnovo ha eroso il rapporto, portandolo ai minimi termini. E alla fine a maggio c’è stato l’addio, con lacrime sincere, anche se per qualche tifoso le parole ai pm hanno sporcato il ricordo di quegli istanti in cui lo Stadium sembrava essersi fermato. Quel pianto a dirotto, gli occhi lucidi, gli applausi non si possono cancellare, ma da quel momento per l’argentino sono cominciate settimane difficili: la Juventus lo aveva abbandonato, in una separazione consumatasi lentamente, mese dopo mese, e da lì a poco sarebbe arrivata un’altra delusione. Perché l’Inter di Beppe Marotta, uno dei suoi principali sostenitori, lo avrebbe lasciato lì, preferendo puntare sul cavallo di ritorno Lukaku: a quel punto Paulo, per rimanere in Italia in un club competitivo, ha dovuto aspettare la chiamata della Roma, andando così a sottoscrivere un contratto a cifre più basse di quelle che avrebbe incassato con un rinnovo bianconero o con un accordo con i nerazzurri.

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E adesso c’è anche una velenosa coda che potrebbe sfociare in braccio di ferro legale

Come in tutti i matrimoni che naufragano, si sa, le colpe - così come tutto il resto peraltro - sono da dividere a metà. Il manager dell’attaccante, Jorge Antun, ha la responsabilità di aver declinato la prima proposta di prolungamento: da allora, la dirigenza della Juventus si è irrigidita. E in particolare l’allora ad Maurizio Arrivabene era stato piuttosto diretto, anche pubblicamente, nelle dichiarazioni durante i lunghi mesi di stallo sul rinnovo: «L’acquisto di Vlahovic ha cambiato l’assetto tattico e il progetto. C’è stato un incontro chiaro e rispettoso con Dybala, un’offerta al ribasso non sarebbe stata rispettosa». E ancora, qualche mese dopo: «Le condizioni chieste dal giocatore erano molto onerose e impegnavano il club a livello pluriennale». Saltata la trattativa, il rapporto si è incrinato. E adesso c’è anche una velenosa coda che potrebbe sfociare in braccio di ferro legale. Quando un grande amore finisce, restano delusione e dolore.

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TORINO - Con quella maglia bianconera, indossata l’ultima volta allo Stadium il 16 maggio 2022 contro la Lazio, aveva fatto innamorare tutti o quasi. E quando ha dovuto lasciarla, Paulo Dybala non è riuscito a trattenere tutta la sua genuina emotività: i tifosi in piedi, i compagni ad applaudire, la dirigenza schierata al gran completo, lui a girare in tondo, in lacrime, a pochi metri dall’area sotto la curva del pubblico juventino più caldo. Dura dirsi addio, quando ci si è amati profondamente. Ma proprio quando il rapporto è così intenso che la frattura, se si crea, diventa devastante e difficile da rimarginare. Sembra trascorso un secolo, in realtà sono solo pochi mesi, e Dybala e la Juventus non potrebbero essere più distanti di così. Eppure domani si ritroveranno di fronte, da avversari, come una coppia il cui matrimonio è scoppiato e che adesso si trova ad affrontare le conseguenze di un divorzio doloroso, per entrambe le parti. C’era stata indifferenza, almeno da parte dell’opinione pubblica juventina, adesso nemmeno quella perché le vicende legate alle inchieste, con le parole dell’argentino agli inquirenti, hanno spaccato in due la tifoseria. Perché in fin dei conti Dybala resta l’ex idolo dalla faccia pulita, amato dai bambini che sognavano un giorno di diventare come lui e nel frattempo si accontentavano di esultare con l’inconfondibile mask; dall’altra la richiesta di 3,7 milioni di euro, dopo tutto quello che c’è stato, ha spezzato diversi cuori bianconeri, sconfinando in una antipatia impensabile per chi ha rappresentato per anni il volto più bello della Juventus agli occhi dei tifosi. Ma i matrimoni, anche i più romantici, possono finire e quello tra l’argentino e il club bianconero non ha rappresentato una eccezione.

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