Juventus-Friburgo, il lusso Di Maria e il labirinto Vlahovic

La squadra bianconera crea di più rispetto a prima, ma concretizza di meno. Non è solo sfortuna

Venti tiri in porta la Juventus li ha scoccati poche volte nelle partite di questa stagione, spesso un po’ asfittiche sotto il profilo offensivo. Eppure ne è uscito un solo gol, che rende un po’ più antipatico il ritorno fra una settimana in Germania. Il miglioramento della Juventus nella costruzione delle occasioni procede in modo diversamente proporzionale alla capacità di concretizzarle, ennesima stranezza di una stagione in cui la logica è un optional, la sfortuna è invece di serie. Perché c’è l’ansia per il ginocchio di Federico Chiesa ad avvelenare la vittoria sul Friburgo e la lussuosa prestazione di Angel Di Maria (che anche lui si palpeggiava in modo preoccupante la coscia a fine gara). Non c’è pace sul fronte degli infortuni e il più grave di tutti sarebbe proprio quello dell’argentino, unico giocatore della Juventus realmente in grado di fare la differenza. Ieri sera ha provato in tutti i modi a far segnare gli altri, poi ce lo siamo immaginato tutti sbuffare: ma devo fare tutto io? Prima di volare in area sul cross di Soldatino Kostic, il Di Livio serbo che sta diventando una pedina umilmente fondamentale per Allegri. È Kostic il prototipo del mercato bianconero del futuro: 12 milioni di euro per il cartellino e 2,5 di ingaggio, qualità sostenibile oltre a un carattere da Juventus e un rendimento costante.

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Serataccia Vlahovic

Al contrario del suo amico e connazionale Vlahovic, ieri in serata nera. Dusan è un ragazzo tanto determinato e ambizioso da essere fragile. Si è infilato nel labirinto dove finiscono i centravanti che non segnano da un po’: è nervoso, sfiduciato, frettoloso e impreciso. Di solito basta un gol per sbloccarsi e ritrovare la serenità del bomber, ma nell’involuzione tecnica del serbo, a lungo bloccato dalla pubalgia, c’è forse anche il peso della maglia e delle aspettative, logicamente proporzionali ai 75 milioni spesi per il suo cartellino (e gli oltre sette di ingaggio). Era certamente più facile, per lui, giocare da sconosciuto con la maglia della Fiorentina, contro difensori più distratti rispetto al suo talento. Anche questo è un problema risolvibile con pazienza, tempo e qualche coccola dell’allenatore.

Il discorso Pogba

Diverso è il discorso Pogba. La severità con cui è stato applicato il regolamento interno per il ritardo del francese è certamente un segnale forte al gruppo, più che mai unito in questo periodo, ma anche una scelta eccentrica andando a incidere su una partita così importante per la stagione della Juventus. Le regole sono regole, ma esistono anche le circostanze e quella di Allegri è parsa una scommessa di quelle toste: con una vittoria contro il Friburgo riscuote una bella somma in termini di unità del gruppo e leadership, ma non è un rischio troppo alto privarsi di una risorsa così importante in un ottavo di finale di una competizione diventata importantissima per il club?

PS

Ieri chi ha visto la partita su Sky si è goduto il commetto tecnico di Aldo Serena, tornato a ricoprire il ruolo di seconda voce. La sua saggezza calcistica e il garbo umano con cui la propone sono preziose per ogni appassionato di calcio.

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Venti tiri in porta la Juventus li ha scoccati poche volte nelle partite di questa stagione, spesso un po’ asfittiche sotto il profilo offensivo. Eppure ne è uscito un solo gol, che rende un po’ più antipatico il ritorno fra una settimana in Germania. Il miglioramento della Juventus nella costruzione delle occasioni procede in modo diversamente proporzionale alla capacità di concretizzarle, ennesima stranezza di una stagione in cui la logica è un optional, la sfortuna è invece di serie. Perché c’è l’ansia per il ginocchio di Federico Chiesa ad avvelenare la vittoria sul Friburgo e la lussuosa prestazione di Angel Di Maria (che anche lui si palpeggiava in modo preoccupante la coscia a fine gara). Non c’è pace sul fronte degli infortuni e il più grave di tutti sarebbe proprio quello dell’argentino, unico giocatore della Juventus realmente in grado di fare la differenza. Ieri sera ha provato in tutti i modi a far segnare gli altri, poi ce lo siamo immaginato tutti sbuffare: ma devo fare tutto io? Prima di volare in area sul cross di Soldatino Kostic, il Di Livio serbo che sta diventando una pedina umilmente fondamentale per Allegri. È Kostic il prototipo del mercato bianconero del futuro: 12 milioni di euro per il cartellino e 2,5 di ingaggio, qualità sostenibile oltre a un carattere da Juventus e un rendimento costante.

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