Cosa cambia per la Juventus
Adesso rimane la sensazione che la toga sportiva venga indossata un po’ come una stella da sceriffo dai giudici, in nome di un’autonomia praticata in modo assai più generoso di quanto preveda lo stesso Codice di Giustizia dello Sport (e peraltro si tratta di giudici che quando vestono la toga ordinaria sono quasi sempre onoratissimi ed eccellenti professionisti). Cos’altro rimane di questa storia? Intanto non cambia nulla per la Juventus e il suo ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport che prescindeva e prescinde dalla carta svelata ieri. E si tratta di un ricorso che tocca ripetutamente il tema del giusto processo, garantito dalla Costituzione e dal Codice di Giustizia dello Sport.
La considerazione
Il fatto che il Tar abbia sottolineato come la giustizia sportiva, pur nella sua autonomia, non possa esimersi dal rispettare quelle regole, è un punto pregnante a favore della Juventus, al di là dell’insipido contenuto della carta. E, infine, l’amara considerazione su quanti sia siderale la distanza che separa la giustizia sportiva dagli appassionati di calcio, i quali faticano a capire e, per lo più, non comprendono la sostanza e neppure la forma (vedi i tre rifiuti per una carta innocua) di un’istituzione che dovrebbe essere non solo trasparente, ma anche chiara e comprensibile a tutti e invece va sempre spiegata e, peggio ancora, interpretata.