Capello, la Juve e Calciopoli: “Due scudetti tolti, eravamo i più forti”

L'ex allenatore è tornato sul biennio bianconero per poi elogiare Carlo Ancelotti: "È il migliore di tutti"
Capello, la Juve e Calciopoli: “Due scudetti tolti, eravamo i più forti”© /Ag. Aldo Liverani Sas

MADRID - Fabio Capello ha allenato la Juventus dal 2004 al 2006 restando in testa al campionato per tutte le 76 giornate e vincendo due scudetti poi tolti. Proprio sull'esperienza bianconera l'ex allenatore della Roma ha parlato nell'intervista a Marca: "Ho vinto due scudetti, avevo la squadra più forte d'Italia senza problemi, ce li hanno tolti. Penso che sia un problema conoscere la verità, non la verità politica o sportiva, la vera verità. Gli arbitri devono essere uguali con tutti. Se paghi è perché vuoi qualcosa. Facile no? Non puoi pensare che un arbitro riceva dei soldi, gli arbitri sono imparziali. Non è possibile che tu non possa pagare un arbitro, è corruzione. Se sei corrotto, devi pagare".

Capello sulle difficoltà della Juventus

"In campionato, un disastro. Pensavo che Inter e Juventus fossero le favorite. La Juventus ha avuto problemi, i suoi migliori giocatori Pogba, Chiesa e Di María non hanno giocato, i tre che fanno la differenza non hanno giocato all'inizio, ecco perché hanno perso punti, non si sono qualificati in Champions League, ma ora stanno giocando bene in Europa League. Il Milan non è il Milan dell'anno scorso, quando vinci uno scudetto a volte pensi di vincere senza soffrire, senza aiutarsi. Quando si gioca la Champions League è un'altra squadra".

Capello e gli elogi a Carlo Ancelotti

"Carlo Ancelotti è il migliore di tutti. Quando vinci in Italia, Inghilterra, Francia, Italia, Spagna… vinci perché sai fare". L'ex allenatore di Parma, Milan e Juventus potrebbe approdare in una Nazionale molto importante, la più titolata in assoluto. Lui ha allenato la squadra più difficile in assoluto come il Real Madrid, quindi non avrebbe alcun problema. Carlo ha esperienza, conosce la lingua del calcio. Quando vai in un altro Paese devi capire com’è il calcio, cosa vuole la gente, conoscere le lingue…Carlo sa fare tutto questo. Se alleni Madrid, è una cosa; Barcellona, un’altra; Siviglia, un’altra. Lo stesso in Italia. Brasile? Carlo può allenarsi in tutto il mondo”.

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