Sissoko, la Juventus, Rabiot, Allegri e il consiglio di mercato

Intervista all’ex centrocampista bianconero: dagli elogi al francese all’orgoglio di aver giocato insieme a Del Piero e Trezeguet
Sissoko, la Juventus, Rabiot, Allegri e il consiglio di mercato© Aldo Liverani

Uno che non si risparmiava mai, che dava tutto per la maglia. Decisivo là in mezzo al campo. Un po’ come Rabiot, seppur con caratteristiche differenti. Oggi Mohamed Sissoko esalta il centrocampista, con cui ha giocato insieme al PSG: «L’ho sempre sostenuto e difeso. È un giocatore di grande talento, aveva solo bisogno di un periodo di adattamento. Parliamo di uno forte. Ciò che sta facendo adesso per me è normale, non mi sorprende. È fondamentale per la Juventus, ma anche per la nazionale francese».

Che tipo di ragazzo era?
«Uno che ascoltava i più grandi, un ragazzo simpatico, un calciatore che già allora dimostrava la sua personalità».

Quali le sue maggiori doti?
«Corsa, tecnica, il capire l’azione, il saper calciare la palla. È sempre stato piuttosto completo».

Ora si inserisce alla grande e segna tanti gol.
«Vero e pure questo è importante. Un giocatore schierato nella sua posizione deve andare in rete. E lui anche sotto questo punto di vista sta rispondendo bene».

Sarebbe favorevole alla sua permanenza a Torino?
«Nemmeno a discuterne. È un ragazzo ancora giovane, il progetto della Juventus deve basarsi su Adrien Rabiot per una crescita costante. Deve essere la base dei bianconeri, fossi nella società farei di tutto per rinnovargli il contratto».

Perché non è esploso subito?
«Ci sono giocatori che si adattano subito, altri che ci mettono un po’. Rabiot lo ha fatto piano piano. Ma oggi è decisivo. E io ho, come precisato prima, non ho mai avuto dubbi».

Un altro campione è Di Maria.
«Un vero e proprio fuoriclasse, è importante avere un profilo come il suo in rosa».

La Juventus di oggi le piace?
«Sì. Nonostante ci siano stati svariati problemi dall’inizio della stagione ora la squadra sta giocando bene, ha alzato il livello e convince. Soprattutto ora vince, che è la cosa più importante. Non era facile».

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Nonostante la penalizzazione di 15 punti può arrivare in Champions?
«Sì ed è la speranza di tutti i bianconeri. Sarebbe importante vedere la Juventus nella competizione perché è questo il livello della squadra. La Juventus sempre ambire a vincere il campionato e in Europa. La verità è che c’è senza la Juve, la Champions non è la stessa».

La Juve in semifinale di Coppa Italia incontrerà l’Inter. E poi c’è l’Europa League. Competizioni in cui la squadra di Allegri punta ad alzare al cielo il trofeo.
«I bianconeri vogliono sempre vincere, è quello l’obiettivo della società ad inizio stagione. Speriamo possa accadere. Con tutti i problemi di cui sento parlare, sarebbe un bel regalo per tifosi e giocatori».

Le piace Vlahovic?
«Sta facendo fatica, ma può ritornare ad essere l’attaccante che era alla Fiorentina, è un ottimo giocatore».

Cosa pensa di Fagioli e Miretti?
«Sono giovani, ma stanno facendo bene. Sono sostanzialmente nati e cresciuti alla Juventus e questo è ancora più importante».

Allegri è l’allenatore giusto?
«Secondo me sì. Sta facendo bene, in una situazione non facile. È il presente e il futuro della Juve».

C’è un giocatore che consiglia?
«Mohamed Camara del Monaco, fortissimo, uno da Juve».

Se le dico Juventus...?
«Un periodo incredibile e ancora oggi sono orgoglioso di aver giocato per la Juventus. Il mio primo ricordo è legato all’esordio. Io che da piccolino ero un fan di Del Piero e Trezeguet, mi trovavo lì, a giocare con loro».

A livello di squadra non andò benissimo, ma lei era fondamentale.
«Non abbiamo vinto nulla, ma la Juve aveva ritrovato la A. Eravamo una bella squadra. Le mie prestazioni furono convincenti e per me i bianconeri rappresentano qualcosa di particolare».

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Uno che non si risparmiava mai, che dava tutto per la maglia. Decisivo là in mezzo al campo. Un po’ come Rabiot, seppur con caratteristiche differenti. Oggi Mohamed Sissoko esalta il centrocampista, con cui ha giocato insieme al PSG: «L’ho sempre sostenuto e difeso. È un giocatore di grande talento, aveva solo bisogno di un periodo di adattamento. Parliamo di uno forte. Ciò che sta facendo adesso per me è normale, non mi sorprende. È fondamentale per la Juventus, ma anche per la nazionale francese».

Che tipo di ragazzo era?
«Uno che ascoltava i più grandi, un ragazzo simpatico, un calciatore che già allora dimostrava la sua personalità».

Quali le sue maggiori doti?
«Corsa, tecnica, il capire l’azione, il saper calciare la palla. È sempre stato piuttosto completo».

Ora si inserisce alla grande e segna tanti gol.
«Vero e pure questo è importante. Un giocatore schierato nella sua posizione deve andare in rete. E lui anche sotto questo punto di vista sta rispondendo bene».

Sarebbe favorevole alla sua permanenza a Torino?
«Nemmeno a discuterne. È un ragazzo ancora giovane, il progetto della Juventus deve basarsi su Adrien Rabiot per una crescita costante. Deve essere la base dei bianconeri, fossi nella società farei di tutto per rinnovargli il contratto».

Perché non è esploso subito?
«Ci sono giocatori che si adattano subito, altri che ci mettono un po’. Rabiot lo ha fatto piano piano. Ma oggi è decisivo. E io ho, come precisato prima, non ho mai avuto dubbi».

Un altro campione è Di Maria.
«Un vero e proprio fuoriclasse, è importante avere un profilo come il suo in rosa».

La Juventus di oggi le piace?
«Sì. Nonostante ci siano stati svariati problemi dall’inizio della stagione ora la squadra sta giocando bene, ha alzato il livello e convince. Soprattutto ora vince, che è la cosa più importante. Non era facile».

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