Juventus, la giustizia rallenta. Serie A fra i dubbi nel mese delle verità

Manovra stipendi: se Chiné sfrutta tutto il tempo a disposizione, solo a metà maggio l’eventuale 1° grado

L’auspicio, almeno sul rettangolo di gioco, è che un mese d’aprile infuocato si traduca in un maggio persino rovente. E, dunque, in un epilogo di stagione con la Juventus ancora protagonista tanto in Europa League quanto in Coppa Italia, poi in campionato chissà. Ecco, appunto: il campionato. La sorte dei bianconeri in Serie A, al momento, è legata agli sviluppi della giustizia sportiva almeno quanto ai risultati dei ragazzi di Allegri. E, per un verdetto definitivo, si rischia di arrivare davvero agli ultimi scampoli dell’ultima partita. In senso figurato e non.

I giorni della verità

Il mese di maggio, infatti, rovente sarà di sicuro dalle parti della Continassa. In campo si spera, in aula già si sa. Il motivo? Il procuratore federale Giuseppe Chiné sta chiudendo in queste ore il secondo fascicolo d’inchiesta, quello che riguarda in primis le manovre stipendi e le partnership sospette, ma il via all’eventuale processo non sarà storia immediata. Anzi. Come prevede l’articolo 123 del Codice di Giustizia Sportiva, infatti, «il procuratore notifica all’interessato avviso della conclusione delle indagini entro venti giorni dalla scadenza del termine di durata delle indagini», fatto in seguito al quale «gli assegna un termine non superiore a quindici giorni per chiedere di essere sentito o per presentare una memoria». E venti più quindici, se le parti in causa prenderanno tutto il tempo a disposizione, come ampiamente possibile, significa arrivare a inizio maggio soltanto per conoscere i possibili deferimenti. A patto che, in precedenza, Chiné non decida di archiviare e gli indagati non optino per patteggiare prima dell’eventuale rinvio a giudizio.

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Classifica virtuale

Le vicende di giustizia sportiva, insomma, si annunciano ancora tortuose, con tutte le conseguenze del caso. A partire, evidentemente, dal fatto che – fino alle ultime giornate di un campionato che si concluderà il 4 giugno – la Juventus non conoscerà la sua reale situazione di classifica. E, come effetto domino, nemmeno le altre diciannove squadre, a maggior ragione se il secondo fascicolo coinvolgerà altri club oltre ai bianconeri. La graduatoria risulta infatti “sub judice”, in prima istanza, fino al giudizio del 19 aprile da parte del Collegio di Garanzia dello Sport sull’attuale penalizzazione di 15 punti, sempre che la sanzione non debba essere rimodulata dalla Corte Federale d’Appello nelle settimane ancora a venire. E quindi, in seconda battuta, fino a che non si avrà l’ultimo grado di giudizio sul fascicolo in dirittura d’arrivo.

Un epilogo cervellotico

Ma le tempistiche, su questo fronte, sono appunto quelle prospettate. Con il concreto rischio di vedere la bandiera a scacchi sventolata proprio a ridosso dell’ultima giornata, se non addirittura oltre. Uno scenario, quest’ultimo, che farebbe inevitabilmente scivolare sul prossimo campionato eventuali sanzioni. Una possibilità, in realtà, dettata anche dal concetto di afflittività, inderogabile nel campo della giustizia sportiva: se una pena stabilita entro i termini non incidesse in maniera concreta su questa Serie A, ecco che – anche in questo caso – i punti sottratti andrebbero ad appesantire la prossima classifica e non quella attuale. Un quadro al limite del credibile, in cui si inserisce – alla luce del nuovo appuntamento con l’udienza preliminare di Prisma fissato per il 10 maggio – la certezza che la giustizia sportiva farà il suo corso ben prima che il rigore di quella ordinaria garantisca le proprie indicazioni.

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L’auspicio, almeno sul rettangolo di gioco, è che un mese d’aprile infuocato si traduca in un maggio persino rovente. E, dunque, in un epilogo di stagione con la Juventus ancora protagonista tanto in Europa League quanto in Coppa Italia, poi in campionato chissà. Ecco, appunto: il campionato. La sorte dei bianconeri in Serie A, al momento, è legata agli sviluppi della giustizia sportiva almeno quanto ai risultati dei ragazzi di Allegri. E, per un verdetto definitivo, si rischia di arrivare davvero agli ultimi scampoli dell’ultima partita. In senso figurato e non.

I giorni della verità

Il mese di maggio, infatti, rovente sarà di sicuro dalle parti della Continassa. In campo si spera, in aula già si sa. Il motivo? Il procuratore federale Giuseppe Chiné sta chiudendo in queste ore il secondo fascicolo d’inchiesta, quello che riguarda in primis le manovre stipendi e le partnership sospette, ma il via all’eventuale processo non sarà storia immediata. Anzi. Come prevede l’articolo 123 del Codice di Giustizia Sportiva, infatti, «il procuratore notifica all’interessato avviso della conclusione delle indagini entro venti giorni dalla scadenza del termine di durata delle indagini», fatto in seguito al quale «gli assegna un termine non superiore a quindici giorni per chiedere di essere sentito o per presentare una memoria». E venti più quindici, se le parti in causa prenderanno tutto il tempo a disposizione, come ampiamente possibile, significa arrivare a inizio maggio soltanto per conoscere i possibili deferimenti. A patto che, in precedenza, Chiné non decida di archiviare e gli indagati non optino per patteggiare prima dell’eventuale rinvio a giudizio.

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