Juventus, nonno Allegri attacca l’Italia che va contro i giovani!

Per il futuro si parla di alzare il limite di età per le squadre Primavera a 20 anni: cosa ha detto il tecnico dopo la sfida contro il Verona

Ohibò, ora nonno Max si prende a cuore il destino dei giovincelli? Il post-partita del successo sul Verona si è rivelato terreno fertile per discutere di movimento azzurro e di sistema calcio in Italia, con un occhio di riguardo alle nuove generazioni. Ma il nuovo status di Allegri, dopo la nascita del nipote Filippo, non c’entra. E, a ben vedere, il pensiero del tecnico bianconero non risulta nemmeno in controtendenza con quello che il rettangolo verde ha raccontato negli ultimi anni. «Sono venuto a sapere che vogliono alzare il limite d’età del campionato Primavera, ma secondo me non ci può giocare un ragazzo di 20 anni, che a momenti c’ha già due figlioli», l’estrema sintesi della colorita filosofia dell’allenatore toscano. Accusato negli anni, appunto, di non concedere il meritato spazio ai giovani più promettenti, con la stagione in corso che rappresenta la più classica delle eccezioni che confermano la regola. Ecco, però... però le parole di Allegri, in qualche modo, confermano il suo storico sulla panchina di Milan e Juventus, quando ha centellinato l’utilizzo dei prodotti del vivaio.

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Il pensiero di Allegri

«Giocare in Primavera a 20 anni è sbagliato innanzitutto per i ragazzi, infatti la Juventus schiera già adesso tanti elementi sotto età. Huijsen, Yildiz e Nonge sono dei 2005 molto bravi: per questo sono stati promossi in Next Gen, che rappresenta un passaggio importante per la loro maturazione e che richiede investimenti, anche se sarebbero persino sotto età in Primavera». Appunto. Il salto tra Under 19 e prima squadra, attualmente, è più che altro una voragine, motivo per cui negli anni – agli occhi di Allegri – si sono presentati sulla soglia del suo spogliatoio giovani anche di talento, ma non ancora pronti per i grandi palcoscenici. L’introduzione della seconda squadra – unitamente alle tante defezioni che stanno caratterizzando la stagione bianconera, naturalmente – ha segnato un punto di svolta per il club. E anche per il tecnico, che con molte meno remore ora si affida ai più “piccoli” anche nei momenti più delicati e contro le avversarie più blasonate. Basti pensare all’utilizzo finora dei vari Fagioli, Miretti e Soulé. «E poi si tratta di un lavoro che avvantaggia la società anche in termini di bilanci, perché riduce i costi e garantisce spazio nelle liste Uefa. Con la Next Gen, ora, c’è la possibilità di avere ogni stagione giocatori da inserire in prima squadra e non è un discorso che si esaurisce in un paio anni: guardate il Manchester United, che ha in rosa 8-9 giocatori saliti dall’Academy e che ora hanno 28 anni». Nonno Max ha approvato la via.

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Ohibò, ora nonno Max si prende a cuore il destino dei giovincelli? Il post-partita del successo sul Verona si è rivelato terreno fertile per discutere di movimento azzurro e di sistema calcio in Italia, con un occhio di riguardo alle nuove generazioni. Ma il nuovo status di Allegri, dopo la nascita del nipote Filippo, non c’entra. E, a ben vedere, il pensiero del tecnico bianconero non risulta nemmeno in controtendenza con quello che il rettangolo verde ha raccontato negli ultimi anni. «Sono venuto a sapere che vogliono alzare il limite d’età del campionato Primavera, ma secondo me non ci può giocare un ragazzo di 20 anni, che a momenti c’ha già due figlioli», l’estrema sintesi della colorita filosofia dell’allenatore toscano. Accusato negli anni, appunto, di non concedere il meritato spazio ai giovani più promettenti, con la stagione in corso che rappresenta la più classica delle eccezioni che confermano la regola. Ecco, però... però le parole di Allegri, in qualche modo, confermano il suo storico sulla panchina di Milan e Juventus, quando ha centellinato l’utilizzo dei prodotti del vivaio.

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