Juve, giustizia sportiva: se l’articolo 4 diventa un maxi robot da cucina...

Il procuratore Figc Chiné ha imbracciato la slealtà sportiva e con quella minaccia i punti di penalità. Perché il club pensa anche a negoziare

A cosa serve un codice di giustizia sportiva se c’è l’articolo 4? L’equivalente giuridico di quei robot da cucina che impastano, frullano, montano, cuociono e fanno il caffè. Il procuratore federale Giuseppe Chiné ha imbracciato la slealtà sportiva e con quella minaccia i punti di penalità trascurando l’articolo 31. Ancora una volta, insomma, il procuratore federale si dovrà impegnare in un carpiato giuridico per passare da una serie di infrazioni di tipo amministrativo alla violazione della lealtà sportiva. Il metodo lo conosciamo già, si usa un altro versatile strumento della giustizia sportiva: il sistema o l’utilizzo sistematico, le pietre filosofali del diritto sportivo con le quali si può trasformare tutto in articolo 4. È questo tipo di approssimazione che allontana la giustizia sportiva dal diritto, che ne erode la credibilità.

Partnership sospette, giudizi separati

Come si fa, per esempio, a giudicare il caso delle cosiddette “partnership sospette” in due tempi? Adesso la Juventus, poi le altre società, in attesa che finiscano le indagini delle rispettive Procure della Repubblica. Se il problema è un presunto rapporto illegale fra due club, non è un po’ eccentrico giudicare prima una squadra, poi l’altra con un nuovo procedimento? Nulla deve stupire, neanche il fatto che un eventuale patteggiamento si incrocerà con il giudizio finale del Collegio di Garanzia. Nessuno lo dirà mai esplicitamente, ma tutti sanno benissimo che l’annullamento dei 15 punti o una sostanziale riduzione porterebbe a una sentenza meno comprensiva sull’altro fronte, viceversa.

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La Juve, il diritto, la negoziazione

Non è diritto, è un mercanteggiare politico che, sotto sotto, deve tenere conto anche delle inchieste partite in tutta Italia nel corso degli ultimi giorni: le bastonate alla Juventus per le plusvalenze, se confermate dal Collegio, farebbero giurisprudenza anche per molti altri club e non si registra grande entusiasmo in proposito. Sarebbe bello parlare di diritto, di norme e violazioni, del perché - per esempio - la seconda manovra stipendi della Juventus sia stata così sconclusionata e stabilire, con esattezza, come e in che modo si possa concretizzare un qualche vantaggio sportivo da queste operazioni. Ma, a quanto pare, non è possibile. Forse è per questo che la Juventus pensa anche a negoziare con la Procura, una via che non solo potrebbe limitare i danni di un’altra sentenza, ma soprattutto avrebbe il vantaggio di accelerare i procedimenti, chiudendone dentro questa stagione tutti gli effetti. Molti tifosi potrebbero essere delusi, aspettandosi una battaglia dura e pura, altri potrebbero sposare la realpolitik giudiziaria per mettersi alle spalle questo incubo il più rapidamente possibile. Nel loro strano dibattito c’è tutto il malfunzionamento di un sistema che nessuno sembra aver voglia di riformare.

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A cosa serve un codice di giustizia sportiva se c’è l’articolo 4? L’equivalente giuridico di quei robot da cucina che impastano, frullano, montano, cuociono e fanno il caffè. Il procuratore federale Giuseppe Chiné ha imbracciato la slealtà sportiva e con quella minaccia i punti di penalità trascurando l’articolo 31. Ancora una volta, insomma, il procuratore federale si dovrà impegnare in un carpiato giuridico per passare da una serie di infrazioni di tipo amministrativo alla violazione della lealtà sportiva. Il metodo lo conosciamo già, si usa un altro versatile strumento della giustizia sportiva: il sistema o l’utilizzo sistematico, le pietre filosofali del diritto sportivo con le quali si può trasformare tutto in articolo 4. È questo tipo di approssimazione che allontana la giustizia sportiva dal diritto, che ne erode la credibilità.

Partnership sospette, giudizi separati

Come si fa, per esempio, a giudicare il caso delle cosiddette “partnership sospette” in due tempi? Adesso la Juventus, poi le altre società, in attesa che finiscano le indagini delle rispettive Procure della Repubblica. Se il problema è un presunto rapporto illegale fra due club, non è un po’ eccentrico giudicare prima una squadra, poi l’altra con un nuovo procedimento? Nulla deve stupire, neanche il fatto che un eventuale patteggiamento si incrocerà con il giudizio finale del Collegio di Garanzia. Nessuno lo dirà mai esplicitamente, ma tutti sanno benissimo che l’annullamento dei 15 punti o una sostanziale riduzione porterebbe a una sentenza meno comprensiva sull’altro fronte, viceversa.

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