Periodo di transizione
In questo strano periodo di transizione, con le sentenze della giustizia sportiva che pendono sulla stagione moltiplicando le incertezze, il punto fermo della dirigenza è l’idea che tutto deve ricominciare quando l’incubo sarà finito. Quanto accadrà da qui a giugno può essere giudicato con indulgenza per molte ragioni, ma non può essere ignorato nel progettare le strategie della rinascita. La Juventus deve giocare meglio, deve essere più intensa, deve valorizzare meglio il talento di una rosa che non manca di qualità.
Essere Juventus
La lucidità necessaria in chi governa la Juventus oggi deve godersi la soddisfazione nel constatare come la squadra ha affrontato e sta affrontando difficoltà emotive e sballottamenti ambientali, ma avere la freddezza per analizzare quanto non ha funzionato sotto il profilo squisitamente calcistico. Senza isterismi, senza pregiudizi e senza dogmatismi tattici, ma tirando le somme e ragionando su partite come quella di ieri sera che non può essere lo standard bianconero, soprattutto per i rischi corsi. Questa squadra non ha quasi mai convinto fino in fondo, nonostante i risultati, nasconderselo non sarebbe utile, non sarebbe da Juventus.