La Juve, il mercato e il futuro di Allegri
Il problema è differente, soprattutto se lo si coniuga al futuro, ovvero alla prossima o alle prossime stagioni bianconere in cui il tasso tecnico complessivo non potrà crescere, anzi, per via delle filosofie di un mercato destinato a essere in discontinuità con le ultime edizioni. Responsabili, non in seconda posizione, per i rossi del bilancio. Dunque servirà una Juventus diversa, in grado, per esempio, di sopperire con l’organizzazione di gioco a una qualità dei singoli inferiore. Chi allenerà la Juventus, Allegri è al momento in pole position avendo ancora due anni di contratto, dovrà modificare il Dna della squadra che, allo stato dell’arte, salvo nuovi contratti allungati saluterà il 30 giugno Rabiot, Di Maria e Paredes. Ma c’è di più. Perché la Juventus non solo dovrà dotarsi di un gioco più efficace, bisognerà tassativamente aumentare l’intensità. Troppo lenta la manovra - ogni tre per due lo ricorda lo stesso Max a caldo nei dopopartita - per poter far rendere al meglio il potenziale a disposizione e quindi servirà una preparazione atletica differente. Alla quale abbinare anche una diversa gestione delle problematiche muscolari in quanto il numero dei kappaò è stato esageratamente impattante, soprattutto in questa ultima annata. Che, peraltro, al momento, racconta di una Juventus al secondo posto per punti fatti (terza miglior difesa e quarto miglior attacco), oltre a essere in semifinale di Coppa Italia e ai quarti di Europa League. Ma non basta. Serve di più? Anche, ma serve soprattutto altro.