Juve, cosa succede ora? Gli scenari tra nuovo processo e filone stipendi

La classifica di oggi non è comunque definitiva ed è a rischio l'ipotesi patteggiamento per l'altro procedimento: vi spieghiamo perché e i possibili tempi

E ora che succede? Ora ci sarà un nuovo processo, presso la Corte Federale d’Appello. Quantomeno per la società Juventus e per gli ex membri del suo Consiglio di amministrazione. Regolamento alla mano, bisognerà attendere le motivazioni del Collegio di Garanzia (questione di pochi giorni) e poi fissare l’udienza presso la Corte federale (che deve tenersi entro trenta giorni dal deposito del reclamo), dando però un tempo ragionevole alle parti per depositare memorie, indicare i mezzi di prova di cui intendono valersi e produrre documenti. E ancora: “tra la data di ricezione dell’avviso di fissazione e la data fissata per l’udienza deve intercorrere un termine non inferiore a 15 giorni liberi, fatta salva la facoltà del Presidente di abbreviare il termine per giusti motivi, purché sia assicurato alle parti l’esercizio effettivo del diritto di difesa”.

Nuovo processo ed eventuale ricorso: i possibili tempi

Insomma: è un gran casino. E il tempo passa, inesorabile (e il ridicolo aumenta). È ipotizzabile, oltre che auspicabile, che si riesca finalmente ad avere una sentenza motivata entro fine maggio, ma chissà. Una data certa è difficile ipotizzarla. E occhio, perché nulla vieta che poi la Juventus decida di ricorrere nuovamente al Collegio di garanzia dello sport, se ritenesse che la nuova sentenza non rispetti le indicazioni del Collegio. Di certo c’è solo che questo balletto dei punti tolti e ridati e ritolti ancora, non fa altro che esasperare i tifosi e indebolire il sistema calcio italiano, reso sempre meno credibile e appetibile.

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Le ripercussioni sul filone stipendi

E attenzione, perché quanto sta accadendo sul filone plusvalenze avrà inevitabili ripercussioni nelle tempistiche e nelle conseguenze anche nell’altro filone di indagine appena chiuso dalla Procura federale, quello uno e trino su manovra stipendi, rapporti con i procuratori e partnership sospette con altri club. La Juventus nutriva la speranza di prendere in esame l’utilizzo di riti alternativi (con annessi sconti della pena) sull’altro filone pur di chiudere la vicenda in tempi rapidi. Chiaramente, però, avrebbe preferito avere piena contezza della penalizzazione plusvalenze per sapere fino a che punto spingersi. Ora, invece, si sa solo che sono in arrivo “eventuali conseguenze in ordine alla sanzione irrogata”. Eventuali...

L'ipotesi patteggiamento

L’eventualità che non ci sia uno sconto, comunque, è assai remota. C’è però una ulteriore riflessione che occorre fare in merito al come e al quanto il dispositivo di ieri, con rinvio alla Cfa, possa incidere anche sull’altro procedimento. Se nelle motivazioni della sentenza plusvalenze - come sembra più che probabile - venisse confermata la penalizzazione ai sensi dell’articolo 4 (illecito sportivo) non sarà più possibile ricorrere a riti alternativi nell’altro procedimento visto che anche in questo caso l’illecito ipotizzato è ai sensi dell’articolo 4. Negli articoli 126 e 127 del Codice è infatti ben specificato che accordi prima del deferimento e patteggiamento prima dell’inizio dell’udienza “non trovano applicazione per i casi di recidiva”. Quindi, nel caso, niente tempi ridotti e niente sconto di pena (da un terzo a metà, potenzialmente).

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E ora che succede? Ora ci sarà un nuovo processo, presso la Corte Federale d’Appello. Quantomeno per la società Juventus e per gli ex membri del suo Consiglio di amministrazione. Regolamento alla mano, bisognerà attendere le motivazioni del Collegio di Garanzia (questione di pochi giorni) e poi fissare l’udienza presso la Corte federale (che deve tenersi entro trenta giorni dal deposito del reclamo), dando però un tempo ragionevole alle parti per depositare memorie, indicare i mezzi di prova di cui intendono valersi e produrre documenti. E ancora: “tra la data di ricezione dell’avviso di fissazione e la data fissata per l’udienza deve intercorrere un termine non inferiore a 15 giorni liberi, fatta salva la facoltà del Presidente di abbreviare il termine per giusti motivi, purché sia assicurato alle parti l’esercizio effettivo del diritto di difesa”.

Nuovo processo ed eventuale ricorso: i possibili tempi

Insomma: è un gran casino. E il tempo passa, inesorabile (e il ridicolo aumenta). È ipotizzabile, oltre che auspicabile, che si riesca finalmente ad avere una sentenza motivata entro fine maggio, ma chissà. Una data certa è difficile ipotizzarla. E occhio, perché nulla vieta che poi la Juventus decida di ricorrere nuovamente al Collegio di garanzia dello sport, se ritenesse che la nuova sentenza non rispetti le indicazioni del Collegio. Di certo c’è solo che questo balletto dei punti tolti e ridati e ritolti ancora, non fa altro che esasperare i tifosi e indebolire il sistema calcio italiano, reso sempre meno credibile e appetibile.

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