Sentenza Juve, un attentato alla credibilità: la giustizia continua il balletto

Il rinvio alla Corte Federale di Appello e il ridicolo tempismo dei procedimenti

Togli i punti, rimetti i punti, ritogli i punti: la giustizia sportiva ondeggia al ritmo del ridicolo mentre il campionato è in corso. Quella che vedete qui sotto non è la classifica reale, perché la restituzione dei quindici punti alla Juventus è solo momentanea: non è finita qui e, leggendo il dispositivo del Collegio di Garanzia dello Sport, è abbastanza chiaro che la Corte Federale d’Appello ridurrà il numero dei punti di penalizzazione, ma non si può capire di quanto. L’annullamento della sentenza “con rinvio”, dunque, allunga ulteriormente un iter che, tecnicamente, è iniziato due anni fa e che da tre mesi incombe sul campionato, erodendone la credibilità giorno dopo giorno.

Corsa Champions?

Per fortuna il Napoli è scappato da tempo e la lotta scudetto non è falsata, ma la corsa alla qualificazione Champions League è vittima degli stravaganti tempi e metodi della giustizia sportiva, incurante nel suo balletto autoreferenziale, di provocare danni enormi al sistema calcio di cui dovrebbe essere tutela e garanzia. Dal 20 gennaio la Juventus non sa per cosa sta giocando, le sue avversarie dirette non sanno in che posizione si trova e non lo saranno praticamente fino alla fine del campionato. Come è possibile vendere un prodotto Serie A di questo genere? Come è possibile andare a proporre i diritti tv con il rischio che gli strascichi di questa vicenda non si esauriscano in questa stagione? Come è possibile frenare l’ondata di disaffezione che l’indecifrabilità della situazione sta provocando? Chi pagherà questi danni?

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L’incertezza della giustizia

Si è sempre detto che gli investimenti stranieri in Italia sono sempre stati frenati dai labirinti della nostra giustizia e dai suoi tempi biblici. Come si fa, dicevano e dicono all’estero, a investire dei soldi senza avere la certezza che un contenzioso non impieghi dieci anni per essere risolto? E dare loro torto non è un esercizio semplice. Da qualche anno, nel calcio italiano, sono arrivati soldi stranieri (per lo più americani, ma anche cinesi e arabi), e oggi sbattono contro il problema che li aveva frenati in passato: una giustizia che non riesce a dare certezze, che cambia la classifica in modo eccentrico, che passa di rinvio in rinvio, di corte in corte, senza mai spiegare fino in fondo quali siano i criteri con cui giudica. Cosa deve pensare un fondo di investimento internazionale di fronte a quello che sta succedendo alla Juventus, ai suoi tifosi e ai tifosi delle altre squadre?

Nulla di garantito

Ieri sera, Tiago Pinto, dirigente della Roma “americana”, commentava la notizia dei quindici punti in modo incredulo, sapendo di non sapere quale possa essere la penalizzazione finale della Juventus. Tutto questo è grottesco e inaccettabile per un settore industriale che fattura, indotto compreso, dieci miliardi di euro e viene gestito attraverso un iter dai risvolti incomprensibili e quasi comici. Non abbiamo commentato la decisione del Collegio. Non sarebbe corretto fino alla pubblicazione delle motivazioni. Dal dispositivo si deduce che l’impianto accusatorio abbia retto bene all’impatto del ricorso della Juventus che ieri, nonostante la restituzione dei punti, non può considerarla una vittoria (al limite un pareggino). Motivazioni alla mano si potrà discutere di come abbiano ragionato (e pare anche molto litigato) i membri del Collegio di Garanzia. Al momento di garantito, però, non c’è niente, men che meno la classifica.

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Togli i punti, rimetti i punti, ritogli i punti: la giustizia sportiva ondeggia al ritmo del ridicolo mentre il campionato è in corso. Quella che vedete qui sotto non è la classifica reale, perché la restituzione dei quindici punti alla Juventus è solo momentanea: non è finita qui e, leggendo il dispositivo del Collegio di Garanzia dello Sport, è abbastanza chiaro che la Corte Federale d’Appello ridurrà il numero dei punti di penalizzazione, ma non si può capire di quanto. L’annullamento della sentenza “con rinvio”, dunque, allunga ulteriormente un iter che, tecnicamente, è iniziato due anni fa e che da tre mesi incombe sul campionato, erodendone la credibilità giorno dopo giorno.

Corsa Champions?

Per fortuna il Napoli è scappato da tempo e la lotta scudetto non è falsata, ma la corsa alla qualificazione Champions League è vittima degli stravaganti tempi e metodi della giustizia sportiva, incurante nel suo balletto autoreferenziale, di provocare danni enormi al sistema calcio di cui dovrebbe essere tutela e garanzia. Dal 20 gennaio la Juventus non sa per cosa sta giocando, le sue avversarie dirette non sanno in che posizione si trova e non lo saranno praticamente fino alla fine del campionato. Come è possibile vendere un prodotto Serie A di questo genere? Come è possibile andare a proporre i diritti tv con il rischio che gli strascichi di questa vicenda non si esauriscano in questa stagione? Come è possibile frenare l’ondata di disaffezione che l’indecifrabilità della situazione sta provocando? Chi pagherà questi danni?

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