Inchiesta una e trina a tema manovra stipendi/rapporti con agenti/partnership sospette. Da oggi la palla passa (anche) alla Juventus&Co. Vale a dire al club e ai suoi tesserati (ex o attuali) pure loro destinatari della notifica di chiusura indagini inviata lo scorso 12 aprile dalla Procura federale. In giornata i legali dei soggetti coinvolti presenteranno le memorie “esplicative”, se non ancora difensive, alle quali hanno lavorato in questi quindici giorni (vale a dire tutti quelli a disposizione: oggi scade il termine ultimo). La volontà è quella di smontare punto per punto le contestazioni del procuratore Chiné con il teorico obiettivo di fargli archiviare il procedimento (ipotesi remota...) o comunque con l’intento di gettare le basi per un impianto difensivo solido ed efficace da utilizzare qualora mai si andasse a processo. Ma cos’è contestato alla Juventus dal dottor Giuseppe Chiné?
Le contestazioni alla Juventus
Nello specifico, punto uno: il procuratore federale sostiene che nella stagione 2019-2020 la Juventus ha depositato presso la Lega di Serie A gli accordi di riduzione di 4 mensilità (marzo, aprile, maggio e giugno 2020) di 21 calciatori e dell’allenatore Sarri omettendo però di depositare gli accordi economici di recupero di tre delle quattro mensilità rinunciate. Il tutto allo scopo di posticipare i costi all’esercizio contabile successivo (2021) violando così “il principio contabile di competenza economica e il principio di par condicio con le altre società di Serie A”. Più o meno lo stesso vale per l’anno successivo. Punto due. Il procuratore Chiné ha riscontrato presunte violazioni del Codice di giustizia sportiva (articolo 4) in relazione ad alcune collaborazioni con agenti di calciatori ai quali sarebbero stati dati mandati fittizi e che sarebbero stati pagati in assenza di una reale attività di intermediazione.