Juve, l’Allegri furioso: dentro i motivi della crisi di nervi

Attacco all’Inter dopo la sconfitta e urla alla squadra negli spogliatoi: conseguenza di stress e incertezze

TORINO - Allegri? Macché, proprio per niente: furiosi, in casa Juventus. Mad Max, per dirla con una citazione cinematografi ca, alta tensione che l’allenatore ha sfogato nel tunnel che conduce agli spogliatoi e proseguita poi con la porta chiusa, ma a voce talmente alta da poter distinguere ogni parolaccia, improperio o turpiloquio più o meno pesante. Che il durissimo sfogo sia arrivato come conseguenza di una provocazione da parte interista, poco cambierebbe alla sostanza dei fatti. Il punto piuttosto è capire perché si è arrivati a questa sparata, peraltro proferita da un tecnico che solitamente non perde le staff e in maniera così evidente: è sintomo di un nervosismo nemmeno troppo latente e strisciante che sta accompagnando questa stagione bianconera, in particolare l’ultima parte, quella in cui si tirano le somme e ci si giocano i titoli.

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Giudice sportivo: l’attesa

Allegri era visibilmente spento durante la conferenza stampa, pochi minuti dopo aver perso la semifinale di Coppa Italia: nessuno, se non chi aveva assistito alla scena, aveva capito che poco prima c’era stata una baraonda che conferma quanto Inter-Juventus abbia sempre il veleno nella coda. Anche quando non è a favore di telecamere. La tensione di Max è esplosa lungo la strada che porta agli spogliatoi del Meazza e ha travolto gli interisti che gli capitavano a tiro, in particolare nei confronti di Baccin, con il quale c’erano state tensioni anche nel match di andata dopo il finale da Far West con protagonisti Handanovic e Cuadrado. Ma la rabbia di Max (da «Siete delle m...» a «tanto arrivate sesti») non era indirizzata solo al vice ds nerazzurro, ma anche ad altre figure, dal presidente Zhang in giù: parole pesanti, come riportato da voci di entrambi i club, che sono volate anche all’interno dello spogliatoio juventino, quando il tecnico se la sarebbe presa con i suoi giocatori. «Non dobbiamo mandarli in Champions», sarebbe uno dei tanti messaggi urlati dal tecnico e riportati da chi era nel tunnel e sentiva come se non ci fossero pareti, tanto era alto il volume. E un dirigente e qualche giocatore rappresentativo della Juventus si sarebbero scusati con gli interisti, secondo alcune ricostruzioni. La società bianconera, solitamente attenta alla forma quanto alla sostanza, non ha gradito nemmeno il clamore mediatico che si è creato intorno. Oggi potrebbe arrivare la decisione del giudice sportivo ed è grande l’attesa per capire se ci saranno conseguenze.

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Tensione Vlahovic?

Che sia un periodo di estrema tensione per Allegri lo si era capito già prima dell’episodio di mercoledì. Già con il Napoli gli era scappata una frase canzonatoria («oh complimenti, avete vinto uno scudetto») nella serata in cui il suo vice Landucci si era lasciato andare a un attacco ancora più diretto a Spalletti, che ha fatto in fretta il giro del web e del mondo. Il tecnico livornese deve fare i conti con tanti problemi: il futuro della Juventus legato ai tribunali e qualche incomprensione con i calciatori, tra i quali big come Vlahovic riguardo al quale si rincorrono voci di una discussione accesa nei giorni scorsi. Il rischio di perdere le redini della squadra è alto, in una fase così delicata. Ma è anche vero che queste uscite, che in qualche modo distolgono l’attenzione dall’assenza di gioco e dalla crisi di risultati, possono pure avere un effetto-scossa sulla coscienza di una squadra apparsa spenta e rassegnata.

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TORINO - Allegri? Macché, proprio per niente: furiosi, in casa Juventus. Mad Max, per dirla con una citazione cinematografi ca, alta tensione che l’allenatore ha sfogato nel tunnel che conduce agli spogliatoi e proseguita poi con la porta chiusa, ma a voce talmente alta da poter distinguere ogni parolaccia, improperio o turpiloquio più o meno pesante. Che il durissimo sfogo sia arrivato come conseguenza di una provocazione da parte interista, poco cambierebbe alla sostanza dei fatti. Il punto piuttosto è capire perché si è arrivati a questa sparata, peraltro proferita da un tecnico che solitamente non perde le staff e in maniera così evidente: è sintomo di un nervosismo nemmeno troppo latente e strisciante che sta accompagnando questa stagione bianconera, in particolare l’ultima parte, quella in cui si tirano le somme e ci si giocano i titoli.

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