Perché Vlahovic non doveva essere ammonito. Perché quel giallo deve essergli tolto

La Federazione ha fatto bene a manifestare solidarietà al bianconero, bersaglio degli insulti razzisti, ma ora si regoli come con Lukaku. E non conta il fatto che Dusan non fosse diffidato
Perché Vlahovic non doveva essere ammonito. Perché quel giallo deve essergli tolto© Marco Canoniero

Dusan Vlahovic non doveva essere ammonito a Bergamo: la sua reazione agli indecenti cori razzisti è stata legittima e l'arbitro Doveri doveva capirla, anziché mostrargli il cartellino giallo. Checché ne dica il neopresidente dell'Aia, Carlo Pacifici, il quale, due settimane fa aveva sentenziato: "«Chi andrà a zittire il pubblico dopo essere stato insultato sarà ammonito, lo prevede il regolamento e gli arbitri lo seguiranno. Da parte nostra la grazia non cambia nulla, non è un precedente, continueremo a prendere le decisioni secondo quelle che sono le regole in atto. La decisione sul campo è stata presa, poi la grazia invece è una prerogativa del presidente federale". Errore: la grazia di Gravina a Lukaku costituisce un autentico precedente, altroché. ed è auspicabile che la Figc, lodevolmente pronta a manifestare immediata solidarietà a Vlahovic, si regoli come si è regolata con l'interista. E non conta il fatto che lo juventino non fosse diffidato. Secondo errore: la prima regola non scritta del regolamento è il buon senso, che deve ispirare ogni decisione. Soprattutto, quando si tratta di combattere il cancro del razzismo. Senza se e senza ma. Senza fare surreali distinguo fra razzismo, maleducazione, categorie di improperi, contumelie e tutti gli altri esercizi che hanno stufato; benaltrismo, giustificazionismo, alibismo, ovvero ricerca di alibi arrampicandosi su specchi molto scivolosi. Il razzismo fa schifo, sempre, comunque, dovunque. Quando, finalmente, si andrà allo stadio non per insultare gli avversari, ma per sostenere solo e soltanto la propria squadra, sarà un bel giorno. Nell'attesa, anche gli arbitri mostrino decisionismo e, dopo il caso Lukaku, prendano atto che il vento è cambiato. Quanto alle sanzioni, no alla criminalizzazione di un'intera curva, che sia quella atalantina o sia stata la bianconera in occasione del caso Lukaku. Dopo il 4 aprile, semifinale d'andata della Coppa Italia, la Juve ha indicato la strada: la tecnologia permette di scovare chi allo stadio non deve mettervi più piede e i 171 daspo comminati a Torino, sono lì a dimostrarlo.

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