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Dagli uffici romani trapela però notizia di una richiesta di proroga, nei tempi, da parte di Chiné. Nel caso sarebbe assai semplice, per molti, scorgere in un tale posticipo delle tempistiche del deferimento gli indizi dei tentativi di addivenire a ciò che tecnicamente si chiama “accordo”. Trattasi di rito alternativo al processo: sostanzialmente, dopo aver preso visione della notifica di chiusura indagini e dunque capito quali siano le contestazioni della Procura, la difesa può proporre una pena che, se ritenuta congrua dal procuratore, può essere comminata immediatamente, senza processo. Il vantaggio è che quella pena può essere inferiore anche alla metà rispetto a quello che sarebbe comminata nel processo. Attendendo invece il deferimento e “patteggiando” prima che si giunga ad udienza, la riduzione di pena può arrivare al massimo a un terzo. Più definito, invece, è ciò che accadrà il 22 maggio: l’udienza presso la Corte federale d’appello definirà la nuova penalizzazione bianconera.