Parola ad Andrea Barzagli: l'ex difensore della Juventus, si racconta al sito ufficiale della società bianconera. Il suo palmares con la maglia della Vecchia Signora è da capogiro: 9 stagioni, oltre 280 presenze, 2 reti e ben 16 titoli nazionali vinti tra Serie A, Coppa Italia e Supercoppa italiana. L'ex centrale della BBC (Bonucci, Barzagli, Chiellini) ci ha raccontato la sua Juve, proprio in un momento della stagione come questo: "Io la Juve la conosco e conosco il suo allenatore: è un club ha sempre pensato a vincere, prima che a fare calcio champagne. I risultati, in una stagione non semplice, stanno arrivando e ora, proprio ora, ci sono le partite decisive, perché qui, ogni anno, si parte per alzare un trofeo. Fra poco si tireranno le somme, ma questa squadra, la caratura, ce l’ha eccome. Vedo una Juve che attraversa un percorso di rinascita e ricostruzione, dopo nove anni di vittorie non scontate, ed è qualcosa che voglio dire chiaramente anche io, come spesso ricorda il Mister".
Con il Siviglia i tifosi saranno importanti
Barzagli ha ricordato le sue tre semifinali europee giocate, sottolineando anche l'importanza dei tifosi: "Le semifinali sono un momento speciale. Io alla Juve ne ho disputate tre, una di Europa League e due di Champions: sono settimane che si preparano da sole, per l’atmosfera e il coinvolgimento di tutto l’ambiente. La vicinanza dei tifosi la ricordo bene: è qualcosa che conta, e penso per esempio alla nostra Semifinale del 2017, quando a Monaco sentivamo forte la loro presenza. Sono giorni palpitanti: ci sono tanti elementi che contribuiscono a renderli unici, perché sei a fine stagione, c’è un clima primaverile che si fa sentire, e poi, volente o nolente, non riesci a staccare mai. Hai sempre il retropensiero di quello che sta per succedere: ci provi, magari trascorri qualche momento speciale con la famiglia, ma poi alla fine la mente va a quelle partite li".
Barzagli, i ricordi in maglia bianconera
Barzagli ricorda così il suo arrivo e il suo addio in maglia bianconera: "Racchiudo i miei ricordi in due settimane: la mia prima e la mia ultima a Torino. Arrivai nel 2011, dalla Germania, conoscevo già tanti compagni, l’impatto fu semplice. La situazione della squadra non era felicissima, ma per tornare a vincere dovevamo passare di lì e fare ancora peggio. Comunque, ci fu un impatto emotivo non da poco, che ricordo con grande piacere. Nell'ultima settimana alla Juve fu un vero e proprio scontro di sentimenti: quando arrivò il cambio, il momento di uscire dal campo per l’ultima volta, fu un attimo di grande commozione, ma più che altro per l’affetto dei tifosi e dei miei cari, che per il fatto di lasciare il calcio. Un addio che, peraltro, Mister Allegri aveva già capito prima ancora che glielo dicessi".