Pagina 0 | Juve-Giuntoli: frenata di De Laurentiis sull'addio

SIVIGLIA - Gli incroci napoletani da cui transita Luciano Spalletti costringono anche Cristiano Giuntoli a rallentare per evitare di finire fuori strada. No, non è vero che a Napoli è solo festa e modello da seguire: dietro al sipario della narrazione di una vittoria che dovrebbe far bene al Paese e al calcio (chissà a quali, poi, sia l'uno sia l'altro) la realtà racconta di malumori e tensioni che costringono Aurelio De Laurentiis a fare la voce grossa tra una cerimonia di benedizione e l'altra di ostensione di se stesso. Nonostante lui, il presidente, sia da sempre convinto di costituire il motore primario e insostituibile di ogni successo (le sconfitte no: quelle son colpa degli altri, magari del sistema o dei disonesti), non ha intenzione di veder sparire in un colpo solo tanto l'allenatore quanto il ds che, seguendo i suoi consigli (si capisce, ovviamente) hanno riportato lo scudetto a Napoli dopo 33 anni.

Spalletti e Giuntoli: incrocio pericoloso

Ora, attenzione: le due vicende sono scollegate ma hanno forzatamente ritrovato un incrocio, appunto, comune dopo che Spalletti si è irrigidito sul rinnovo da firmare con il Napoli per iniziare il famoso “progetto”, termine che tanto piace a chi rimpolpa la narrazione sul calcio. E' questo intoppo, inatteso, che ha irrigidito De Laurentiis su tutto il resto, anche su ciò che orami dava per scontato e per deciso come, appunto, l'addio di Giuntoli nonostante abbia ancora un anno di contratto. Lo conferma il fatto che in questi giorni i due stessero discutendo sulle clausole dell'addio (legate più a questioni tecniche, giocatori intoccabili in ottica Juve, che economiche, con i reciproci avvocati di riferimento allertati per tenersi pronti a intervenire direttamente a siglare gli accordi) e ha già individuato il sostituto nell'organigramma tecnico del Napoli.

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Ciro Polito, il probabile successore di Giuntoli

L'uomo è Ciro Polito, attuale ds del Bari e dunque già appartenente alla galassia del patron napoletano, la cui candidatura ha mandato in archivio le voci relative a Pietro Accardi che resterà a Empoli. Tutto questo perché De Laurentiis sa bene che Giuntoli ragiona ormai in ottica juventina e non si è certo fatto trovare impreparato. Piuttosto, è il braccio di ferro con Spalletti per il rinnovo del contratto che gli ha reso malmostosa tutta la vicenda post scudetto e questo nonostante i rapporti con John Elkann siano ottimi, come testimoniano le recenti attenzioni che gli ha dedicato il giornale “ammiraglia” del gruppo Gedi. La storia del ds, insomma, resta incanalata sui binari conosciuti, ma in questo momento De Laurentiis non vuole far passare l'immagine di colui che si fa saccheggiare il Napoli o, peggio per la sua visione egocentrica del mondo, di colui che non decide in prima persona le strategie e invece le subisce. Serviranno altre operazioni diplomatiche ai massimi livelli, servirà ancor più cautela da parte degli attori in commedia che dovranno far di tutto per non urtare l'ego di colui che ha portato a Napoli il terzo scudetto della storia azzurra. Servirà, soprattutto, un chiarimento definitivo con Luciano Spalletti perché il vero nodo è lui, e non Cristiano Giuntoli. Anche perché quello dell'allenatore è l'unico ruolo tecnico che De Laurentiis non può ricoprire, tutti gli altri sì. E ovviamente meglio di chiunque.

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