Scudetto in tv, Juve locomotiva degli ascolti: dati impressionanti

TORINO - Anche in una stagione tribolata dentro e (soprattutto) fuori dal campo, la Juventus resta regina incontrastata dell’audience in tv. Il dato relativo al campionato appena concluso è così riassunto: i bianconeri guidano la classifica con oltre 49 milioni di contatti davanti a Inter e Milan a 45 milioni, “solo” quarto il Napoli campione che si è fermato a un passo dai 38 milioni. Un dato interessante riguarda le cosiddette “Big 5” (Juventus, Inter, Milan, Napoli e Roma) che da sole assommano ben il 44 per cento degli ascolti di tutte le 20 squadre di Serie A. L’altra tabella, invece, riassume l’andamento delle ultime 9 stagioni tra le 12 squadre sempre presenti in Serie A nel periodo in esame e certifica un vantaggio clamoroso della Juventus di quasi 100 milioni di AMR. Average Minute Rating: numero medio di ascoltatori (Individui o Famiglie Televisive) sull’insieme di ascolti definito nella richiesta dell’Utente. Vale a dire la media del numero di ascoltatori sui singoli minuti che compongono un programma o una fascia oraria (o dei singoli secondi, con la convenzione che tutti i secondi di ciascun minuto Auditel abbiano identici ascolti).

Scudetto in tv: le piattaforme

Una nota metodologica è, per quanto dettagliata e tecnica, necessaria onde “spegnere” preventivamente dubbi sulla veridicità dei dati. Per stabilire il confronto con le altre stagioni sono stati analizzati ed elaborati i dati relativi all’audience televisiva su piattaforma streaming DAZN e pay-tv SKY, con alcuni confronti con le otto stagioni precedenti. Per l’audience tv di questa stagione il reperimento dati è stato reso più semplice dal report settimanale auditel.it sulla Total Audience, e a Skyitalia. Rimangono fuori dal perimetro di rilevazione di DAZN gli ascolti relativi alle applicazioni per Apple TV e TV Panasonic.

Ascolti tv, la Serie A fatica

Tornando all’analisi sugli ascolti tv, all’interno dei dati spuri si possono trovare molti spunti di riflessione, a cominciare dal fatto che a dispetto di un ritorno del pubblico, continui ad aumentare il fenomeno delle “gare flop”, vale a dire quelle con meno di 100 mila contatti: ben 51 in questa stagione dopo una progressiva diminuzione al dato clamoroso di 115 della stagione 2016/17. Un fenomeno che conosce anche la Champions per la fase a gironi e che quindi ripropone con forza la questione se sia il caso di trasmettere tutte le gare oppure, ancora, di quello che chiede il pubblico. Così, nonostante la ritrovata competitività internazionale (le tre squadre in finale delle Coppe) e un maggior indice di riempimento degli stadi (traino di Inter con 72.630 di media, Milan con 71.880, Roma con 62.043, Lazio con 45.641, Napoli con 45.617, Juventus con 37.672 e Fiorentina con 32.200) la Serie A fatica a ritrovare performance di qualche anno fa.

Generazione Z e pirateria

Come nell’anno d’oro 2017 con 530 milioni di Amr complessivo ben 6 gare, di cui 5 della Juve, con oltre 3 milioni di contatti). La stessa Juventus, seppur leader, ha perso in media il 9,3 per cento negli ultimi 4 anni. I temi del disinteresse strisciante sono i soliti: la difficoltà ad intercettare i giovani della “Generazione Z”, la pirateria (la stima è di 900 mila utenti pirata), la protesta dei tifosi (bianconeri soprattutto, ma il disamore si è allargato) nelle ultime giornate che rimanda a temi importanti come la certezza della giustizia sportiva e ad altri più ampi sulla certezza delle date, degli slot, dei calendari. C’è poi la questione antica di un paese appassionato di calcio (come da sempre dimostrano i dati in chiaro sulla Coppa Italia, le gare di Champions, ecc) ma che in larga parte non può permetterselo economicamente e tecnologicamente (la popolazione anziana fatica a districarsi tra telecomandi e app). Così, è con grave ritardo che si è arrivati a inserire nel bando sui diritti tv una gara in chiaro: a questa velocità globale, ogni anno perso vale un secolo.