Juventus, 100 anni dopo
Cento anni dopo Edoardo Agnelli, la Juventus è reduce da un ciclo di nove scudetti che ha quasi duplicato il suo di cinque, proprio in nome di una razionalizzazione aziendale operata da Andrea nel 2010 e della stessa ambizione al progresso, salendo sempre un gradino più su. I due cicli si sono interrotti bruscamente: il primo per la prematura e drammatica scomparsa di Edoardo nell'incidente aereo del luglio 1935; il secondo per le inchieste che hanno voluto colpire, fra l'altro, anche il proposito di cambiare il sistema calcio di Andrea, in questo assai simile sia allo stesso Edoardo (che fu determinante per traghettare il calcio italiano dal pionierismo al professionismo) e al padre Umberto (che si industriò, anche da presidente della Figc, per perfezionare la macchina del nostro pallone).
Ma l'atmosfera depressa che circonda il pianeta Juventus nelle ultime due stagioni, tra qualche anno, verrà ricordata come una delle parentesi grigie fra un ciclo e l'altro: questo dice la storia bianconera, dove le rinascite sono tante e coincidono quasi sempre con un nuovo slancio impresso dalla famiglia. E questo slancio deve essere il punto cruciale di ogni celebrazione dei cento anni della Juventus degli Agnelli, che hanno sempre sentito la responsabilità verso il grande popolo nato e cresciuto in modo esponenziale nel corso del loro secolo. La razionalizzazione e la disciplina organizzativa devono nuovamente diventare le linee guida nella società e nella squadra: in sede e in campo ci si deve ricordare di cosa è la Juventus, di cosa rappresenta per milioni di persone e, soprattutto, cosa significhi per la famiglia.
L'impero degli Agnelli dal 1923, quando significativamente nasceva anche la fabbrica del Lingotto, a oggi si è ingigantito: l'universo Exor è costituito di pianeti industriali e galassie finanziarie, nei quali la Juventus è una piccolissima stella, se si misura il fatturato, ma la più luminosa di tutte per l'impatto emotivo e mediatico.Viene da chiedersi se, nel 2023, ha ancora senso che una famiglia sia la proprietaria di un club, nell'era dei fondi d'investimento americani e dei fondi sovrani arabi. La risposta non è facile e la possono dare solo i diretti interessati, ma la strada può solo essere quella delle idee per contrastare lo strapotere dei soldi.