Dal Ritz-Carlton Hotel si vede il porto turistico di Marina del Rey: un gioiellino extra lusso, la casa della Juve a L.A. Poco dopo pranzo la hall diventa il posto migliore per sbirciare l’oceano e c’è un continuo viavai verso la grande vetrata. Fabio Miretti guarda oltre, tipico dei ragazzi della sua età: sempre avanti.
Fabio Miretti, prima tournée negli States con la Juve di Allegri: sensazioni?
«Una bella esperienza, l’anno scorso non l’ho fatta per gli impegni delle Nazionali, quest’anno mi faceva piacere esserci anche per iniziare un po’ prima la stagione, l’anno scorso l’avevo iniziata tardi. Sicuramente è una bella esperienza, peccato per la partita con il Barcellona, abbiamo avuto la sfortuna di non giocare la prima gara, ma almeno ne abbiamo altre due, con il Milan e il Real: si tratta di amichevoli, però saranno sicuramente utili sia per mettere minuti nelle gambe sia perché affrontiamo due squadre forti».
Cosa è cambiato in un anno?
«Direi niente. Da un anno a questa parte non è cambiato il mio entusiasmo, resto lo stesso di prima. Sento la fiducia dell’allenatore: anche nella passata stagione mi ha dato spazio e responsabilità, io ho cercato di ripagarlo sul campo. Il suo modo di dare consigli quando faccio le cose bene e quando le faccio meno bene, per me è uno stimolo per crescere, sicuramente è una parte del mister che apprezzo».
Allegri ha fiducia però ogni tanto la punzecchia.
«Nella seconda metà di stagione, poco dopo l’infortunio, ho avuto un periodo in cui non stavo bene fisicamente però poi verso l’ultima parte ho alternato momenti buoni ad altri meno buoni, quindi più che un momnto di difficoltà, è stato un susseguirsi di alti e bassi. Ma sono sempre stato sereno».