Agnelli e stipendi Juve, ricorso parzialmente accolto: squalifica ridotta

L'inibizione dell'ex presidente bianconero, decisa precedentemente dal tribunale federale nazionale, è stata diminuita dal Caf

La corte di appello federale ha ridotto da 16 a 10 mesi l'inibizione di Andrea Agnelli, decisa dal tribunale federale nazionale per la cosiddetta 'manovra stipendi'. La Caf ha infatti parzialmente accolto il ricorso dell'ex presidente della Juventus contro la squalifica, riducendo anche l'ammenda inflittagli da 60 mila euro a 40 mila.

La corte federale d'appello che ha optato per la riduzione della squalifica è stata composta dal presidente Mario Luigi Torsello, i relatori Sergio Della Rocca e Angelo De Zotti e i componenti Salvatore Casula ed Enrico Crocetti Bernardi. L'udienza si è tenuta in videoconferenza dopo aver ascoltato l'avvocato Davide Sangiorgio per il reclamante e Giuseppe Chinè per la Procura Federale.

Agnelli, la prima decisione sulla manovra stipendi

L’ex numero uno bianconero era rimasto l'unico imputato dell'udienza sul caso stipendi, visti i patteggiamenti con multe dello scorso 30 maggio per gli altri dirigenti che erano stati deferiti. Inizialmente il procuratore aveva chiesto 20 mesi, per poi arrivare alla decisione dei 16 con 60 mila euro di multa. Il tribunale federale Figc, nell'esplicitare le motivazioni della decisione, aveva ritenuto Andrea Agnelli una figura fondamentale nelle cosiddette 'manovre stipendi', cioè le mensilità di alcuni calciatori bianconeri procrastinate durante l'emergenza Covid.

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