Si conoscerà oggi, o al massimo entro il week end, l’esito delle controanalisi sulla provetta B di Paul Pogba: nel laboratorio di Acqua Acetosa, alla presenza degli avvocati del centrocampista francese e dei periti di parte, il campione di urina (prelevato dopo la gara contro l’Udinese dello scorso 20 agosto) è stato sottoposto a screening per trovare tracce di testosterone, la cui presenza era stata riscontrata nel primo test, quando è scattata la sospensione in via cautelare del numero 10 bianconero. Nella villa, sulla collina di Torino, il Polpo aspetta il risultato, consapevole che in gioco c’è la sua carriera, ma anche alla Continassa la dirigenza della Juventus attende di sapere per poi muoversi.
Caso Pogba, l'obiettivo della difesa
Che le controanalisi possano ribaltare la positività è un evento assai raro, ma è prassi richiederle, anche se gli avvocati di Pogba si stanno già muovendo sulle strategie difensive per limitare i danni. In caso di positività confermata, inizierà la fase istruttoria: entro sette giorni il centrocampista potrà chiedere di essere interrogato o mandare delle memorie. L’obiettivo è quello di riuscire a escludere il dolo in modo che la squalifica possa scendere dal massimo di 4 anni a 2, a cui si arrivare attraverso l’ammissione di colpa per aver comprato e assunto l’integratore. Ma la pena può scendere ancora con il patteggiamento, dimostrando l’involontarietà (non sapeva che contenesse sostanze probite). La Juventus, dal canto suo, può invece rescindere il contratto liberandosi così di uno degli ingaggi più pesanti (8 milioni più bonus fino al 2026) così da reinvestire il risparmio già sul mercato di gennaio.