C'è un granata che ammirava particolarmente?
«Penso che vedere in campo uno come Paolino Pulici fosse un privilegio, un onore. Parliamo di un grande Toro, anche subito dopo lo scudetto era molto competitivo. Vivevamo dei derby combattuti, poi io lo sentivo in maniera particolare. Non è mai stata una partita come le altre, da vercellese ho sempre sentito una tensione differente. Poi, erano incontri nei quali si affrontavano tanti giocatori cresciuti nei rispettivi vivai, non come adesso».
La tendenza però, almeno in casa Juventus, sta cambiando.
«Mi fa piacere vedere due ragazzi come Fagioli e Miretti, per esempio: hanno qualità importanti, vestire la maglia bianconera non è semplice, ma loro sono già maturi».
Quanto cambia la Juventus senza Chiesa e Vlahovic?
«Parecchio, anche se ci sono giocatori che possono comunque fare bene, come Kean. In area mancherà un po' di peso, ma la Juventus resta favorita. Per il derby, ma per lo scudetto no: Giuntoli ha ragione quando dice che Inter, Milan e Napoli sono più avanti».
Da una Juventus senza coppe sarebbe lecito aspettarsi di più?
«Io sono un allegriano convinto: penso che stia facendo bene con le risorse di cui dispone. Manca un giocatore che sappia verticalizzare, per esempio: prima lo facevano Pjanic o Bonucci, ora la Juventus non ha più quella variante di gioco e si sente, soprattutto in partite bloccate. Come può essere un derby. Spero che possa essere deciso da un calcio di punizione: da troppo tempo sia i bianconeri che i granata non hanno più specialisti. Ed è un vero peccato».