Anghelè, 10 Juve e 21 Italia: “Dybala idolo, Yildiz è un fenomeno”

"Ho due numeri diversi, vi spiego perché. Montero è una persona eccezionale e un tecnico di altissimo livello"
Anghelè, 10 Juve e 21 Italia: “Dybala idolo, Yildiz è un fenomeno”© Juventus FC via Getty Images
Lorenzo Anghelè, cosa si prova a indossare la maglia azzurra?

«Sono molto contento di far parte di questo gruppo e di vestire quella maglia. Ci stiamo preparando alle prossime partite per le qualificazioni all'Europeo di categoria. Prima, però, ci sono le due amichevoli contro la Serbia». (Stasera ore 18 a Gornji Milanovac e sabato alle 16 al centro federale serbo di Stara Pazova).
 
Vi pesa arrivare dopo l'Europeo vinto la scorsa estate a Malta dall'ultima Under 19?

«Per noi rappresenta uno stimolo a far bene. Cercheremo, perché no, di ripeterci e vincere ancora. Ma non sarà facile».

Come si trova con Corradi?

«L'ho conosciuto da poco e mi trovo già bene. Apprezzo il modo che ha di parlare ai ragazzi e di gestire il gruppo. Mi ritrovo parecchio nella sua visione di calcio e nelle sue idee di gioco».
 
Cosa intende esattamente?

«Mi riferisco alla gestione del pallone. Il mister chiede posizioni e compiti ben precisi. Tipo tenere la palla tra i piedi, cosa che a me piace molto».

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«Sì, Diego mi sta aiutando a integrarmi con gli altri compagni e a inserirmi nel gruppo».
 
In bianconero indossa la 10 mentre in azzurro ha la 21.

«In Nazionale sono tra gli ultimi arrivati e ho lasciato la precedenza sulla scelta delle maglie più richieste. Il 21 mi piace ed è un numero che hanno indossato grandi trequartisti».

Come Dybala?

«Sì, Paulo è un grandissimo giocatore e mi ispiro a lui. Ho avuto la possibilità di vederlo da vicino in allenamento e posso dire che con la palla fa davvero quello che vuole».
 
Qual è il suo primo ricordo della Nazionale italiana, da bambino?

«Le partite viste in famiglia al fianco di mio papà, non me ne perdevo una. Il ricordo più bello è invece l'Europeo vinto due estati fa, di cui non dimenticherò mai nulla».

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«Sicuramente il ritmo in campo e l'esperienza dei singoli. Un conto è giocare con ragazzi della tua età, un altro è farlo contro giocatori esperti con vent'anni di categoria alle spalle. Senza contare il pubblico e gli stadi caldi dove, almeno all'inizio, sembra di essere in un altro mondo. Ma sono cose belle da vivere così come è bello essere il capitano della Primavera. Ne vado fiero, è una responsabilità che sento e che mi spinge a dare sempre qualcosa in più».

Alla festa per i 100 anni degli Agnelli alla Juve non poteva mancare Montero, il suo tecnico nell'Under 19 bianconera. Cosa pensa del suo lavoro?
 
«È una persona eccezionale, per noi è molto importante essere guidati da un allenatore del suo calibro. Il mister ha giocato ad altissimi livelli e ci racconta spesso cosa abbiano significato per lui quei palcoscenici».
 
Dove vorrebbe essere tra cinque anni?
 
«In prima squadra alla Juventus. Magari anche un po' prima... o almeno, è quello che spero».

Come ultimamente accade spesso a Yildiz?

«Sono molto contento per lui, è un bravo ragazzo e con il pallone tra i piedi è un fenomeno. Lo incontro spesso a Vinovo e lo saluto sempre con piacere. La passata stagione in Primavera non abbiamo parlato tanto, non conoscendo lui ancora bene la nostra lingua. Sul campo, però, ci siamo sempre capiti abbastanza bene».

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Lorenzo Anghelè, cosa si prova a indossare la maglia azzurra?

«Sono molto contento di far parte di questo gruppo e di vestire quella maglia. Ci stiamo preparando alle prossime partite per le qualificazioni all'Europeo di categoria. Prima, però, ci sono le due amichevoli contro la Serbia». (Stasera ore 18 a Gornji Milanovac e sabato alle 16 al centro federale serbo di Stara Pazova).
 
Vi pesa arrivare dopo l'Europeo vinto la scorsa estate a Malta dall'ultima Under 19?

«Per noi rappresenta uno stimolo a far bene. Cercheremo, perché no, di ripeterci e vincere ancora. Ma non sarà facile».

Come si trova con Corradi?

«L'ho conosciuto da poco e mi trovo già bene. Apprezzo il modo che ha di parlare ai ragazzi e di gestire il gruppo. Mi ritrovo parecchio nella sua visione di calcio e nelle sue idee di gioco».
 
Cosa intende esattamente?

«Mi riferisco alla gestione del pallone. Il mister chiede posizioni e compiti ben precisi. Tipo tenere la palla tra i piedi, cosa che a me piace molto».

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