TORINO - Szczesny c’è. Parafrasando una celeberrima frase esortativa di Guido Meda a esaltare l’ennesima vittoria di Valentino Rossi in un Gran Premio, la famosa “Vale c’è!”, ecco che lo stesso slogan si può usare per il portiere polacco dal cognome perfetto per chi odia le vocali: su otto lettere ne ha appena una! Semantica a parte, il numero uno sta interpretando il ruolo da vero campione dei pali: poche parate ma difficilli e quindi decisive. Come, appunto, solo i grandi portieri sanno fare. Anche a Firenze, due interventi appena, ma da coefficiente di difficoltà molto alto: diagonale di Nico Gonzalez sulla sinistra del portiere e punizione a giro sulla sinistra dell’estremo difensore sulle quali Szczesny si è esibito con altrettante deviazioni efficacissime. Nulla a che vedere col miracolo firmato a Bergamo, quando tolse dall’incrocio dei pali una punizione di Muriel con un colpo di reni fulmineo e potente, ma comunque due parate degne di nota, utili a far sì che il gol di Miretti risultasse alla fine da 3 punti.
Szczesny, 590 minuti di imbattibilità
Che il portiere della Juve sia tra i migliori della Serie A non è una novità ma è un attimo, nel suo ruolo, finire nel tunnel dell’insicurezza dopo una papera. E lui in una sera sola, ne confezionò quasi tre nella sconfitta di Reggio Emilia contro il Sassuolo: una batosta per 2-4 che sarebbe potuto costare carissima alla Juve e al portiere sotto il profilo dell’autostima e quindi del rendimento. Ma si sa, Massimiliano Allegri è uno che nelle pressioni si esalta e così, da quel momento ecco la Juve più sicura che mai: cinque vittorie e un pareggio nelle sei gare seguenti, senza subire gol. Una imbattibilità notevolissima che, contando pure i recuperi, porta il dato a 590 minuti senza incassare reti. Szczcesny è portiere oltre che persona matura, con un passato in cui ha dimostrato di saper superare momenti no. Ma poteva risultare più difficile la risalita dopo gli erroracci col Sassuolo: semiautogol con intervento goffo su tiro dalla distanza di Laurienté, poi una respinta corta e centrale su tiro non irresistibile a regalare di fatto un assist a Pinamonti e poi l’assurda punizione di rinvio con passaggio a Gatti pressato e autore di un autogol incredibile. Ce n’era abbastanza per ammazzare un toro a livello di morale ma il polacco ha reagito da campione, grazie anche alla complicità di Allegri, perfetto gestore degli equilibri dello spogliatoio. E mentre in molti invocavano l’avvicendamento con Perin, Max ha confermato il titolare dopo averlo caricato anche in conferenza. Sì, è anche da questi particolari che si fortifica un gruppo a livello di corsa scudetto.