Tra le tante sensazioni positive che la Juventus si è portata a casa dalla sfida contro l’Inter, assieme a un po’ di rammarico per non essere riuscita a mantenere il vantaggio, la più gradita è sicuramente quella suscitata dall’aver rivisto Federico Chiesa e Dusan Vlahovic ai livelli scintillanti di inizio stagione. Quando con quattro gol a testa nelle prime cinque giornate avevano mostrato di poter essere i trascinatori della squadra, fino a qualsiasi traguardo. Poi si erano fermati entrambi, per un fastidio muscolare Chiesa, per una lombalgia Vlahovic, e il momento magico si era interrotto. Tanto che l’azzurro ha ritrovato il gol il 17 novembre in Nazionale con la doppietta alla Macedonia del Nord, ma in bianconero è fermo alla rete nella sconfitta 4-2 in casa del Sassuolo del 23 settembre, mentre il serbo prima del gol all’Inter non segnava dalla doppietta alla Lazio del 16 settembre. Gol all’Inter che gli è valso anche i complimenti social di Jude Bellingham: «Shooter» (cannoniere), ha commentato la foto dell’esultanza postata da Vlahovic il fresco vincitore del Golden Boy, che si è congratulato sempre su Instagram anche con Dybala, scatenando nei commenti i sogni impossibili dei tifosi bianconeri e giallorossi.
Tornando al calo di Chiesa e Vlahovic, non a caso è coinciso con quello dell’incisività bianconera (da 11 gol in 5 giornate a 8 gol in 8 turni, cioè da 2,2 a 1 a giornata). A tenere in alto la squadra di Allegri è stata una straordinaria solidità, capitalizzata al massimo grazie alle reti di centrocampisti e difensori. E alle due, più un assist, di Arek Milik, che si è confermato un’alternativa di lusso. Così come Moise Kean, prezioso pur senza segnare. Per trasformare in realtà non solo il progetto dichiarato di qualificazione alla Champions, ma anche il desiderio di Scudetto, la Juventus però ha bisogno di Chiesa e Vlahovic al top. Ecco perché averli rivisti così ha addolcito decisamente i rimpianti per quella che con un po’ più di attenzione avrebbe potuto essere una vittoria pesante.