Pagina 2 | No, Gagliardini non ha imparato la lezione di Rabiot

Roberto Gagliardini, venerdì sera, è stato protagonista di un gesto stupido e antisportivo, esultando in faccia a Rabiot, dopo il gol dell'assai momentaneo pareggio del Monza. Stupido perché le lezioni del calcio possono essere violente come un boomerang che sbatte sui denti forte come il tiro di Federico Gatti. Antisportivo perché, a prescindere, non si esulta in faccia all'avversario: è brutto, volgare e contro il più basilare valore dello sport che è il rispetto. Detto ciò, il momento di trance agonistica e il gol in extremis (e bellissimo) come quello del suo compagno Carboni rappresentavano due potenziali attenuanti. Insomma, non assolvevano ma smussavano gli spigoli della pirlata commessa.

La risposta di Rabiot a Gagliardini

Adrien Rabiot, impassibile davanti all'improvvisato spettacolino di Gagliardini, gli ha poi risposto sui social in modo severo, ma asciutto, ricordandogli le regole dello sport e invitandolo a usare il cervello, consiglio prezioso e non solo nella professione di calciatore. Si poteva, a quel punto, considerare chiusa lì. Gagliardini medesimo, nel frattempo diventato un meme mondiale del karma, aveva tutto l'interesse che la vicenda scivolasse piano piano nel rapido oblio del mondo social, sempre rapidissimo nell'appassionarsi a qualcos'altro.

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Le parole di Gagliardini

E invece no. Ha voluto rispondere a Rabiot. Refrattario a qualsiasi insegnamento che il destino provava a impartirgli, il centrocampista del Monza ha tirato fuori, a sproposito, un classicone del bullismo da spogliatoio: “Le cose di campo rimangono in campo, non sui social". Senza rendersi conto che nel poco edificante siparietto si era esibito in mondovisione e non a porte chiuse.

E non contento ha chiosato con un «Ciama la mama», sgradevole e ancora più fuori luogo riferimento alla madre di Rabiot, procuratrice del medesimo: un'altra frase da bullo che tira in ballo la mamma. Quella che, peraltro, propri i bulli nel loro codice da rissa invitano sempre a lasciare fuori da ogni contesa.

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Le parole di Gagliardini

E invece no. Ha voluto rispondere a Rabiot. Refrattario a qualsiasi insegnamento che il destino provava a impartirgli, il centrocampista del Monza ha tirato fuori, a sproposito, un classicone del bullismo da spogliatoio: “Le cose di campo rimangono in campo, non sui social". Senza rendersi conto che nel poco edificante siparietto si era esibito in mondovisione e non a porte chiuse.

E non contento ha chiosato con un «Ciama la mama», sgradevole e ancora più fuori luogo riferimento alla madre di Rabiot, procuratrice del medesimo: un'altra frase da bullo che tira in ballo la mamma. Quella che, peraltro, propri i bulli nel loro codice da rissa invitano sempre a lasciare fuori da ogni contesa.

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