L’estate scorsa si è rivelata particolarmente impegnativa e indubbiamente anomala anche per uno, come Cristiano Giuntoli, intendiamoci, a cui non fa certo difetto l’abitudine a reggere le pressioni del mercato (anzi). Ma un conto è gestire le trattative per comprare i calciatori, altro (ben altro) una che riguarda se stessi e in cui sei tu il protagonista. Perché Aurelio De Laurentiis gli ha fatto masticare pane duro prima di liberarlo (aveva ancora un anno i contratto) il 30 giugno, la sera prima dell’inizio ufficiale del calciomercato (che, comunque, la Juventus stava portando avanti egregiamente con la regia del ds Giovanni Manna).
Una trattativa che si è snodata sulle montagne russe tra picchi di fiducia e abissi di depressione prima che arrivasse il tanto atteso via libera. Subordinato, comunque, alla partenza solitaria senza che nessuno del gruppo di lavoro lo seguisse dal Napoli alla Juventus. Dove, comunque, Giuntoli è approdato privo di “scorta” anche perché il club bianconero gli ha messo a disposizione uno staff di collaboratori già operativo. Come ha rilevato recentemente lo stesso dirigente.
«Alla Juventus sono arrivato da poco e ho trovato un gruppo di lavoro straordinario. Con Giovanni Manna lavoro gomito a gomito, ma anche i dirigenti del passato hanno fatto un grande lavoro e in questo momento il club sta usufruendo dei frutti di questo recente passato e di questo grande lavoro. Devo dire che siamo comunque la Juventus, serve equilibrio tra competitività e sostenibilità finanziaria». E, più prosaicamente, ripensare a uno staff che comprenda uomini di fiducia dello stesso Giuntoli impegnato, in questi mesi, anche a valutare gli equilibri interni alla Continassa.