"Sto male per Pogba: come può farcela?": Deschamps si lascia andare

Il ct della Francia: "Paul è forte, ha il morale alto e ha davvero carattere, ma la richiesta della Procura è pesante e rischia di allontanarlo sempre più dai campi"

TORINO - Triste e preoccupato. Didier Deschamps non nasconde la sua profonda amarezza di fronte al dramma umano che sta vivendo Paul Pogba. In ogni intervista, in qualsiasi conferenza stampa, immancabile arriva per il ct della Francia la domanda su uno dei suoi pupilli, sul centrocampista che che con la maglia dei Bleus è stato protagonista indiscusso della vittoria del Mondiale di Russia, nel 2018, ma che non c’era nel novembre 2022 in Qatar, già vittima di infortuni e di problemi extracalcistici. Didì non si sottrae, parlando a cuore aperto e restando sempre al fianco del Polpo. «Amo tutti i miei giocatori, ma sono triste per quel che sta vivendo Paul» spiega a Le Parisien.

Nel suo lungo mandato da commissario tecnico Deschamps è sempre stato molto legato al centrocampista, spronandolo per continuare a migliorarsi e sfruttandone le enormi qualità. Tra gli allenatori, è probabilmente colui che lo conosce meglio e che quindi comprende quello che sta passando. «Non parlo soltanto dei fatti più recenti, ma anche per tutto ciò che ha vissuto finora, con i problemi personali che hanno inevitabilmente avuto conseguenze sui suoi infortuni».

Il calvario di Pogba

Pogba non gioca una partita ufficiale con la Francia da oltre tre anni: l’ultima apparizione nella finale, vinta, di Nations League, ottobre 2021. Da lì in poi sono iniziati i problemi per il Polpo: il sequestro e il ricatto subito dai vecchi amici, con la complicità di uno dei suoi due fratelli, tutti finiti sotto processo, che incidono anche sulle sue prestazioni in campo e sulle sue condizioni fisiche. Infatti vanno di pari passo con i mesi in infermeria, nella sua ultima stagione al Manchester United, alle prese con guai muscolari alla coscia e poi al polpaccio. La situazione non migliora con il ritorno alla Juventus, dove sperava di cancellare il passato e puntare sulla rinascita: la rottura del menisco lo costringe praticamente a stare fuori cinque mesi e anche dopo il rientro continua a fermarsi per colpa di altri due infortuni.

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La positività di Pogba

Una sequenza infernale che non finisce neppure con la nuova stagione, quando arriva la tegola della positività a una sostanza che rimanda al testosterone e la conseguente sospensione con la richiesta, e siamo alla scorsa settimana, di quattro anni di squalifica da parte della Procura Antidoping. «E’ tanto per una sola persona - l’analisi di uno sconsolato Deschamps -. Paul è forte, ha il morale alto e ha carattere. La richiesta della Procura è pesante e rischia di allontanarlo un altro po’ dai campi, e aveva già giocato poco nell’ultimo anno e mezzo».

Il rischio fine carriera

A marzo Pogba compirà 34 anni: difficile che possa ancora vestire la maglia Bleus della Francia. Sicuramente Deschamps non lo abbandona a livello umano, ma non gli farà sconti se e quando Pogba potrà tornare a giocare e il ct dovrà decidere le convocazioni. Stesso discorso vale per la Juventus: non scegliendo il patteggiamento, il processo dilata i tempi della sentenza tra Tribunale nazionale antidoping ed, eventualmente, ricorso al Tas di Ginevra. Pogba rischia inesorabilmente di infilarsi in un tunnel che lo porta alla chiusura anticipata della sua brillante carriera con un finale non all’altezza del campione che è stato.

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TORINO - Triste e preoccupato. Didier Deschamps non nasconde la sua profonda amarezza di fronte al dramma umano che sta vivendo Paul Pogba. In ogni intervista, in qualsiasi conferenza stampa, immancabile arriva per il ct della Francia la domanda su uno dei suoi pupilli, sul centrocampista che che con la maglia dei Bleus è stato protagonista indiscusso della vittoria del Mondiale di Russia, nel 2018, ma che non c’era nel novembre 2022 in Qatar, già vittima di infortuni e di problemi extracalcistici. Didì non si sottrae, parlando a cuore aperto e restando sempre al fianco del Polpo. «Amo tutti i miei giocatori, ma sono triste per quel che sta vivendo Paul» spiega a Le Parisien.

Nel suo lungo mandato da commissario tecnico Deschamps è sempre stato molto legato al centrocampista, spronandolo per continuare a migliorarsi e sfruttandone le enormi qualità. Tra gli allenatori, è probabilmente colui che lo conosce meglio e che quindi comprende quello che sta passando. «Non parlo soltanto dei fatti più recenti, ma anche per tutto ciò che ha vissuto finora, con i problemi personali che hanno inevitabilmente avuto conseguenze sui suoi infortuni».

Il calvario di Pogba

Pogba non gioca una partita ufficiale con la Francia da oltre tre anni: l’ultima apparizione nella finale, vinta, di Nations League, ottobre 2021. Da lì in poi sono iniziati i problemi per il Polpo: il sequestro e il ricatto subito dai vecchi amici, con la complicità di uno dei suoi due fratelli, tutti finiti sotto processo, che incidono anche sulle sue prestazioni in campo e sulle sue condizioni fisiche. Infatti vanno di pari passo con i mesi in infermeria, nella sua ultima stagione al Manchester United, alle prese con guai muscolari alla coscia e poi al polpaccio. La situazione non migliora con il ritorno alla Juventus, dove sperava di cancellare il passato e puntare sulla rinascita: la rottura del menisco lo costringe praticamente a stare fuori cinque mesi e anche dopo il rientro continua a fermarsi per colpa di altri due infortuni.

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