Pogba, carriera finita? Dal nuovo stipendio ai tempi del processo: il vademecum

In salita la battaglia legale del centrocampista della Juventus accusato di doping: la Procura ha chiesto quattro anni di squalifica

TORINO - L’attesa è finita. Vero e falso al tempo stesso. Vero perché finalmente si è saputo che Paul Pogba non ha scelto la strada del patteggiamento e la Procura antidoping del Coni ha quindi deciso di chiedere 4 anni di squalifica per il suo caso di doping legato al testosterone verosimilmente di natura sintetica. Falso perché terminata la prima attesa, inizia la seconda. Ovvero l’inizio e poi la fine del processo che dovrà stabilire in che misura accogliere o respingere la richiesta di squalifica in base a ciò che produrrà il campione francese in fase dibattimentale.

Pogba-doping: ecco cosa è successo

Il campione, va ricordato, è stato sospeso in via cautelare l’11 settembre poiché risultato positivo al testosterone per le analisi effettuate dopo Udinese-Juventus del 20 agosto, prima di campionato, e anche alle controanalisi i cui risultati si sono avuti il 6 ottobre. Situazione che ha comportato la sospensione dell’erogazione del suo maxi stipendio da circa 10 milioni di euro netti da parte della Juventus, per lui solo ciò che prevede l’accordo collettivo dei calciatori in questi casi, ovvero poco più di 40 mila euro lordi: tradotto, duemila euro netti al mese. Dunque Pogba ha deciso di giocare “All In” anche se la letteratura dei processi per doping non è che regali numeri tali da poter essere molto ottimisti.

Pogba-doping, a processo: cosa succede adesso con la Juve

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La strategia difensiva di Pogba

In teoria infatti il Polpo avrebbe potuto scegliere la strada del patteggiamento che avrebbe comportato un verdetto pesante anche meno della metà. Ma sull’orgoglio del francese c’è poco da discutere per cui essendo sicuro e convinto di non aver fatto intenzionalmente nulla di male, chiederà l’assoluzione o perlomeno il conteggio di tutte le attenuanti possibili e immaginabili. Dal fatto di non aver mai voluto doparsi, quindi di aver assunto l’integratore in buona fede, al fatto che lo stesso potrebbe essere stato contaminato visto che la sostanza proibita potrebbe provenire da un mix involontario avvenuto in fase di produzione da parte dell’azienda stessa.

Sta di fatto che ora occorrerà verificare la strategia che Pogba intende intraprendere, in teoria potrebbe provare a farsi giudicare direttamente al Tas, il tribunale arbitrale internazionale dello sport con sede a Losanna. Ma perchè ciò avvenga ci dovrà essere il beneplacito di Wada e Nado, e non è così scontato, anzi, le probabilità sono scarsissime. Qualora non ottenesse il via libera, allora la strada tracciata è molto chiara.

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Pogba, i tempi del giudizio

Pogba dovrà essere sottoposto al giudizio del Tribunale nazionale antidoping e, qualora la sentenza non venisse ritenuta congrua dal francese rispetto alle proprie aspettative, ecco che il centrocampista avanzerebbe appello proprio al Tas. E veniamo alle tempistiche. Anche qui viene in aiuto il passato che insegna un aspetto molto semplice: quando non sussistono caratteri di urgenza, e questo pare evidente visto che la richiesta pesantissima parla di 4 anni, i tempi non sono mai stretti.

Gli esperti si aspettano la prima udienza per gennaio. Insomma come si diceva all’inizio, l’attesa non è finita ma appena iniziata. Per quando l’eventuale verdetto del Tas svizzero in secondo grado? Si può ipotizzare verso la metà 2025. Per il Polpo, di fatto, campionato finito prima ancora di cominciare.

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TORINO - L’attesa è finita. Vero e falso al tempo stesso. Vero perché finalmente si è saputo che Paul Pogba non ha scelto la strada del patteggiamento e la Procura antidoping del Coni ha quindi deciso di chiedere 4 anni di squalifica per il suo caso di doping legato al testosterone verosimilmente di natura sintetica. Falso perché terminata la prima attesa, inizia la seconda. Ovvero l’inizio e poi la fine del processo che dovrà stabilire in che misura accogliere o respingere la richiesta di squalifica in base a ciò che produrrà il campione francese in fase dibattimentale.

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Il campione, va ricordato, è stato sospeso in via cautelare l’11 settembre poiché risultato positivo al testosterone per le analisi effettuate dopo Udinese-Juventus del 20 agosto, prima di campionato, e anche alle controanalisi i cui risultati si sono avuti il 6 ottobre. Situazione che ha comportato la sospensione dell’erogazione del suo maxi stipendio da circa 10 milioni di euro netti da parte della Juventus, per lui solo ciò che prevede l’accordo collettivo dei calciatori in questi casi, ovvero poco più di 40 mila euro lordi: tradotto, duemila euro netti al mese. Dunque Pogba ha deciso di giocare “All In” anche se la letteratura dei processi per doping non è che regali numeri tali da poter essere molto ottimisti.

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