Juve, la Procura di Roma comunica la fine delle indagini preliminari: la nota

La società bianconera ha reso noto "di aver ricevuto in data odierna la notifica dell’avviso di conclusione"
Juve, la Procura di Roma comunica la fine delle indagini preliminari: la nota© LAPRESSE

La Juventus comunica "di aver ricevuto in data odierna la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, alla quale sono stati trasmessi gli atti relativi alle indagini svolte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, dichiarata incompetente dalla Corte di Cassazione all’esito dell’udienza del 6 settembre 2023". Lo rende noto la società bianconera con un comunicato.

Il comunicato della Juventus

"In linea con le ipotesi accusatorie già prospettate dalla Procura della Repubblica di Torino, l’avviso fa riferimento a presunti reati di falso nelle comunicazioni sociali, manipolazione del mercato, ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza (Consob, nel caso di specie) e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti. Sulla base delle sommarie informazioni a disposizione allo stato, i fatti oggetto del provvedimento attengono ai bilanci al 30 giugno 2019, 2020 e 2021 e sono relativi alle c.d. operazioni di 'scambio' di diritti alle prestazioni sportive di calciatori (c.d. 'operazioni incrociate') e agli accordi di riduzione e ai successivi accordi di integrazione dei compensi del personale tesserato conclusi negli esercizi 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022 (c.d. 'manovre stipendi') nonché ai c.d. 'accordi di recompra' attinenti a talune operazioni di calciomercato risalenti agli esercizi 2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020" si legge nella nota.

La Juve, poi, conclude: "Per maggiori informazioni sul procedimento penale pendente e sulle relative ipotesi accusatorie, si rinvia alla relazione finanziaria annuale di Juventus al 30 giugno 2023. La Società e i propri esponenti destinatari dell’Avviso potranno, entro venti giorni, prendere visione ed estrarre copia degli atti di indagine ex art. 415-bis c.p.p. ai fini dell’esercizio dei propri diritti di difesa". 

 

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