Facile dirlo adesso, dopo che gli spettatori, i tanti a San Siro e i tantissimi in tv, si sono stropicciati gli occhi osservando più o meno da vicino come Joshua Zirkzee sia riuscito ad affondare le speranze dell’Inter di passare il turno di Coppa Italia. L’olandese è riuscito in un’impresa complicata, per non dire quasi impossibile: prendersi la scena e le prime pagine dei giornali senza segnare. Perché il gol non è l’unico modo per fare la differenza e Zirkzee in questa particolare categoria è vero artista: lui fa segnare i compagni, spesso in maniera non banale.
Zirkzee e i requisiti del campione
Prendiamo la rete di Beukema, quella del pareggio: il colpo di tacco è una giocata di per sé complicata, che mette in mostra abilità tecniche sopra la media. Ma a impressionare è il fatto di averci pensato, a quel tipo di giocata. Voluta, perché l’olandese guarda prima la posizione del compagno e poi prende la mira per l’assist in maniera chirurgica: in quell’azione Zirkzee dimostra di avere i requisti del campione, più ancora che del grande attaccante e basta. Anche perché, a 22 anni, l’ex Bayern Monaco pescato dal Bologna nell’indifferenza generale (quanto sia bravo Giovanni Sartori lo sanno anche i muri nell’ambiente calcistico, ma va ricordato ogni tanto), può solo migliorare: quando diventerà anche un cecchino sottoporta, dunque un centravanti da 20 gol a stagione, allora sì che potrà puntare a essere un top player europeo.