Kean si racconta: "Allegri? Non glielo dico ma lo sa. Le cene con Neymar e Mbappé"

L'attaccante bianconero si racconta a Dazn Heroes: "Ho conosciuto Miretti in punizione. Nicolussi Caviglia mi conosce meglio di tutti, ma la musica..."

TORINO - Il bad-boy ha lasciato spazio al dad-boy. A 23 anni Moise Kean sembra maturato, in campo e fuori, lasciandosi alle spalle una nomea che è andata di pari passo con i suoi exploit calcistici: accanto al talento e ai record per essere stato il primo calciatore nato negli anni 2000 a esordire (con la maglia della Juventus) in Serie A e in Champions League si registra anche qualche atteggiamento sopra le righe non soltanto nel club ma pure in Under 21 e nella Nazionale maggiore.

La cura Allegri

La cura Allegri, con più bastoni che carote, ha sicuramente inciso, ma anche la vita privata, con la nascita del primo figlio, Marley, e la realizzazione delle sue passioni (il debutto nel mondo della musica e l’uscita del primo singolo e video musicale rap, Outfit), ha permesso al giovane attaccante di trovare maggiore equilibrio e serenità. Proprio del suo rapporto con la musica e l’impatto nella sua vita, dei suoi trascorsi prima di diventare un calciatore professionista, passando per il ruolo di neopapà e ovviamente della sua carriera calcistica, Kean ha parlato nell’intervista a Dazn Heroes, disponibile da oggi sull’app.

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Le origini: "Vita da palazzoni"

«Sono uscito di casa a 13 anni per andare a vivere nel convitto della Juventus perché nessuno mi poteva portare agli allenamenti - racconta -. Ho lasciato Asti e una vita da palazzoni: stavo per strada, facevo freestyle e giocavo a calcio in oratorio con ragazzi più grandi, ero il più forte di tutti anche se loro avevano 16, 17 o 18 anni mentre io 11 o 12 (…) Quando ho fatto l’esordio in prima squadra, a 16 anni, mi sono detto: “Ok, sono fuori dalla merda”». Una chiacchierata intima, in cui si comprende meglio il suo percorso e il suo riscatto anche sociale, che lo ha visto impegnato in prima persona contro la discriminazione razziale, vittima più di una volta dei buu beceri negli stadi, e a favore dello ius soli.

Kean, McKennie e Leao: insieme per la musica

La musica invece rappresenta il suo porto sicuro, una passione fortissima al pari di quella pallonara. «Mi piace far musica, mi calma. Weston McKennie e Rafa Leao sono spesso a casa mia, scriviamo e cantiamo. Abbiamo una canzone insieme che deve ancora uscire, ci stiamo lavorando». Non ci sarebbe da stupirsi che, dopo il calcio, intraprendesse una carriera come rapper. Kean ha spesso condiviso frammenti dei suoi brani preferiti sui suoi social media, l’amicizia con Rafael Leao, attaccante del Milan, ha contribuito a consolidare questa passione comune, portandoli a condividere esperienze in studio di registrazione per sperimentare nuovi suoni e stili musicali. Non solo: è partito il progetto, 19F, in formato podcast video, dove Kean invita nel proprio show diversi personaggi.

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Allegri, Fagioli, Miretti e Nicolussi

Il calcio resta però la sua vita anche se adesso è ai box, tormentato da un fastidio alla tibia che lo ha costretto a saltare Genoa e Napoli e che lo vedrà in campo soltanto tra due settimane se il recupero procederà secondo programma. L’attaccante elogia Allegri, «un papà sportivo. A volte litighiamo ancora ma gli voglio bene: non glielo dico ma lo sa». Ricorda con piacere l’anno trascorso al Psg: «Mi sono trovato benissimo, Mbappé e Neymar mi trattavano come amici, avevamo un ottimo rapporto e uscivo a cena con loro».

Anche alla Juventus è circondato da amici, prima di essere compagni di squadra, che gli vogliono bene. «Miretti l’ho conosciuto una volta che ero in punizione e quindi mi hanno mandato con i 2003: ho pensato subito fosse forte. Di Fagioli ne parlavano tutti: era fortissimo, ha dimostrato e dimostrerà ancora. Ma quello che mi conosce meglio di tutti è Nicolussi Caviglia: mi spiega gli esercizi, mi ferma quando sto per fare o dire una cavolata. Ascolta la musica peggiore all’interno dello spogliatoio però ha la mentalità molto aperta, a volte sente anche Mozart...». E per uno che ama il rap è davvero “scandaloso”.

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TORINO - Il bad-boy ha lasciato spazio al dad-boy. A 23 anni Moise Kean sembra maturato, in campo e fuori, lasciandosi alle spalle una nomea che è andata di pari passo con i suoi exploit calcistici: accanto al talento e ai record per essere stato il primo calciatore nato negli anni 2000 a esordire (con la maglia della Juventus) in Serie A e in Champions League si registra anche qualche atteggiamento sopra le righe non soltanto nel club ma pure in Under 21 e nella Nazionale maggiore.

La cura Allegri

La cura Allegri, con più bastoni che carote, ha sicuramente inciso, ma anche la vita privata, con la nascita del primo figlio, Marley, e la realizzazione delle sue passioni (il debutto nel mondo della musica e l’uscita del primo singolo e video musicale rap, Outfit), ha permesso al giovane attaccante di trovare maggiore equilibrio e serenità. Proprio del suo rapporto con la musica e l’impatto nella sua vita, dei suoi trascorsi prima di diventare un calciatore professionista, passando per il ruolo di neopapà e ovviamente della sua carriera calcistica, Kean ha parlato nell’intervista a Dazn Heroes, disponibile da oggi sull’app.

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