Vlahovic all'ultimo respiro! Juve, 2-1 alla Salernitana: l'Inter torna a -2

Partita durissima all'Arechi: i bianconeri vanno sotto per il gol di Maggiore - che si fa espellere nella ripresa - ma ribaltano tutto con le reti di Iling e DV9 nel recupero

Altro ambiente, l’Arechi esaurito per la prima volta in stagione, proteso a spingere la Salernitana; altra Salernitana, con sei cambi rispetto a quella uscita con le ossa rotte la sera di giovedì 4 gennaio dallo Stadium in Coppa Italia; altra Juve, con addirittura otto giocatori diversi e non tutti per scelta, visti i forfait dell’influenzato Cambiaso e di Chiesa, infortunatosi nell’ultimo allenamento, aggiuntisi a quello annunciato di Locatelli per squalifica. E altra partita e altro punteggio, ma stesso risultato: la vittoria di una Juve “altra” negli uomini e anche nella prestazione, meno lucida e precisa, ma non nello spirito. «La voglia di sacrificarsi e lottare deve essere propria di ogni Juve», ha detto a Tuttosport ieri Angelo Di Livio: e con quelle doti, oltre che con le proprie qualità, la squadra di Allegri ha conquistato la vittoria restando a -2 dall’Inter. 

Gatti e McKennie saltano il Sassuolo

La Juve ha preso subito in mano la partita, forse anche per provare a intimidire la Salernitana sfruttando il fresco ricordo del 6-1 dello Stadium, e già al primo minuto si è resa pericolosa: Yildiz ha rubato palla a Daniliuc sulla trequarti ed è entrato in area sulla sinistra, dove l'avversario lo ha tamponato colpendolo con la gamba sinistra sulla destra. Normale contatto di gioco sia per l’arbitro che per il Var (mentre Gatti nel finale di primo tempo è stato ammonito per aver colpito un avversatio sullo slancio dopo aver preso nettamente la palla in scivolata e per questo salterà la partita di domenica contro il Sassuolo. Come McKennie, ammonito nella ripresa).

Il rischio, e il possesso palla bianconero, non hanno però spaventato affatto la Salernitana, che si è difesa con ordine nella propria metà campo, concedendo poco o niente a una Juve un po’ troppo compassata nel giro palla, ed è ripartita non spesso, ma in più di un’occasione con efficacia. Come al 39’, quando Gyomber ha trovato un lancio alla Pirlo pescando Sambia alle spalle di un Kostic non troppo attento e innescando l’azione dello splendido gol di Maggiore, favorito da una certa mancanza di reattività dei bianconeri, tra quelli troppo bassi in area e quelli lenti a tornare.

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Allegri pesca Iling, Danilo pesca Vlahovic: rimonta Juve

Alla ripresa, Allegri ha inserito Iling-Junior al posto di un Kostic per nulla incisivo anche in fase offensiva e Rugani al posto dell’ammonito Gatti e dato la scossa alla Juve, subito pericolosa proprio a sinistra con un cross di Rabiot, deviato però fuori da McKennie. Altra interpretazione discutibile del concetto di contatto di gioco al 5’, quando Gyomber si è disinteressato totalmente della palla crossata da Weah per dare un’ancata a Vlahovic, poi Guida ha suscitato le proteste della Salernitana, ma il secondo giallo a Maggiore è ineccepibile: netto il fallo su Rabiot che al limite dell’area lo aveva saltato.

In superiorità numerica la Juve ha preso possesso della metà campo granata e Allegri ha giocato la carta del doppio centravanti, inserendo Milik per Nicolussi Caviglia. E proprio il polacco ha rifinito in area avversaria l’azione che ha portato al pareggio, mandando Weah al cross prima ciccato da Vlahovic e poi controllato e trasformato nell’1-1 da Iling. La Salernitana ha reagito subito d’istinto con un gran sinistro di Bradaric deviato da Szczesny, poi Allegri ha sostituito Yildiz, calato un po’ nella ripresa, con Miretti, ma la Juve, sembrata rillassarsi dopo il pari, ha rischiato di nuovo con una deviazione di Simy su cross di Candreva. I due rischi hanno riacceso la Juve che ha ripreso a premere, fino a quando al 91’ Danilo ha innescato da destra lo splendido colpo di testa con cui Vlahovic, fin lì positivo nella gestione della palla ma meno nelle conclusioni, ha firmato la vittoria. E ha rilanciato la sfida all’Inter.

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Altro ambiente, l’Arechi esaurito per la prima volta in stagione, proteso a spingere la Salernitana; altra Salernitana, con sei cambi rispetto a quella uscita con le ossa rotte la sera di giovedì 4 gennaio dallo Stadium in Coppa Italia; altra Juve, con addirittura otto giocatori diversi e non tutti per scelta, visti i forfait dell’influenzato Cambiaso e di Chiesa, infortunatosi nell’ultimo allenamento, aggiuntisi a quello annunciato di Locatelli per squalifica. E altra partita e altro punteggio, ma stesso risultato: la vittoria di una Juve “altra” negli uomini e anche nella prestazione, meno lucida e precisa, ma non nello spirito. «La voglia di sacrificarsi e lottare deve essere propria di ogni Juve», ha detto a Tuttosport ieri Angelo Di Livio: e con quelle doti, oltre che con le proprie qualità, la squadra di Allegri ha conquistato la vittoria restando a -2 dall’Inter. 

Gatti e McKennie saltano il Sassuolo

La Juve ha preso subito in mano la partita, forse anche per provare a intimidire la Salernitana sfruttando il fresco ricordo del 6-1 dello Stadium, e già al primo minuto si è resa pericolosa: Yildiz ha rubato palla a Daniliuc sulla trequarti ed è entrato in area sulla sinistra, dove l'avversario lo ha tamponato colpendolo con la gamba sinistra sulla destra. Normale contatto di gioco sia per l’arbitro che per il Var (mentre Gatti nel finale di primo tempo è stato ammonito per aver colpito un avversatio sullo slancio dopo aver preso nettamente la palla in scivolata e per questo salterà la partita di domenica contro il Sassuolo. Come McKennie, ammonito nella ripresa).

Il rischio, e il possesso palla bianconero, non hanno però spaventato affatto la Salernitana, che si è difesa con ordine nella propria metà campo, concedendo poco o niente a una Juve un po’ troppo compassata nel giro palla, ed è ripartita non spesso, ma in più di un’occasione con efficacia. Come al 39’, quando Gyomber ha trovato un lancio alla Pirlo pescando Sambia alle spalle di un Kostic non troppo attento e innescando l’azione dello splendido gol di Maggiore, favorito da una certa mancanza di reattività dei bianconeri, tra quelli troppo bassi in area e quelli lenti a tornare.

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