Sono passati ventuno anni dall’addio a Gianni Agnelli. Non ne è trascorso uno senza che il suo ricordo non abbia punteggiato i discorsi sulla Juventus fra nostalgia, divertimento, riflessioni e la solita, classica e affettuosa, domanda che ogni tifoso si pone quando succede qualcosa di bello (o di brutto) ai bianconeri: "Chissà cosa avrebbe detto l’Avvocato". Dei quattro Agnelli che hanno guidato in prima persona la Juventus è stato il più clamoroso comunicatore e per questo ha lasciato un segno indelebile nella coscienza collettiva del popolo bianconero. E a quella domanda c’è sempre chi riesce a dare una risposta, ognuno la sua, provando a immaginare la realtà con i codici calcistici avvocateschi. Un gioco irresistibile, al quale abbiamo provato a cimentarci anche noi, per ricordare in modo meno retorico e più divertito il ventunesimo anniversario della sua scomparsa da uomo, ma certamente non da tifoso della Juventus.
Avvocato, ha visto Yildiz?
"Il giovane turco dal tocco di palla davvero incantevole. Le sue traiettorie hanno la morbidezza di certe architetture bizantine, ma ha certamente una potenza ottomana nel tiro. È molto divertente, ma bisogna vedere come cresce, fare attenzione agli innamoramenti effimeri. Abbiamo accostato Dybala a Sivori, a un certo punto, e devo dire che l’idea mi aveva un po’ turbato".
Forse abbiamo esagerato?
"Ho voluto e voglio bene a Dybala che ci ha fatto vincere molte partite e ha pennellato calcio con la leggerezza di un Monet, ma Sivori... beh Sivori era un’altra cosa, Sivori era Sivori. Non basta abbassarsi i calzettoni per assomigliargli".