Vlahovic, Trezeguet e le sliding doors Juve: Lukaku, Nonda e poi...

Il parallelismo tra i due bomber bianconeri: una storia simile a distanza di quasi vent’anni

Chiamatelo pure effetto deja-vù. C’era una volta un goleador che aveva vissuto tutta l’estate con la valigia in mano e sembrava destinato a lasciare la Vecchia Signora. Si diceva che fosse micidiale in area di rigore, ma non sapesse far salire la squadra difendendo il pallone spalle alla porta. Tanto che al suo posto era stato individuato un altro centravanti abile invece in entrambe le fasi. Alla fine però da sicuro partente l’attaccante in questione è diventato, a suon di gol, l’alfiere delle ambizioni scudetto bianconere. Il pensiero di molti sarà corso alle sliding doors tra Dusan Vlahovic e Romelu Lukaku che ha tenuto banco ad agosto.

Il precedente di Trezeguet

In realtà il riferimento è a un altro mancato incastro di mercato che ha fatto poi le fortune della Juve. Estate 2004: David Trezeguet ha già preparato il trasloco, destinazione Barcellona. Il papà-manager Jorge a maggio va in rottura con l’allora dg bianconero Luciano Moggi dopo il mancato rinnovo con adeguamento di stipendio al centravanti franco-argentino. E così in Corso Galileo Ferraris, allora sede juventina, decidono di spedirlo in Catalogna per monetizzare e andare su un numero 9 più moderno. Moggi e Bettega mettono gli occhi su un paio di punte: il giovane Alberto Gilardino, appena esploso a Parma con 23 gol e il più rodato Shabani Nonda, tra i protagonisti del Monaco Campione di Francia (2003) e finalista di Champions (2004). La staffetta sembra inevitabile. Diciannove anni dopo il copione si è ripetuto con Dusan e Big Rom.

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Juve, lieto fine nel 2005. E Vlahovic...

In entrambi i casi il finale è stato a sorpresa e, col senno del poi, a lieto fine per i bianconeri. La Juve infatti si è sempre tenuta il bomber già presente in organico, venendo ripagata sul campo. L’arrivo di Capello sulla panchina juventina cambiò il destino di Treze-gol, visto che Don Fabio già nel ritiro di Salice Terme annuncia la volontà di puntare forte sul numero 17. Una scelta rivelatasi vincente: nel finale di stagione i gol di David (su tutti quello di San Siro contro il Milan) griffarono la vittoria del campionato. Vlahovic spera adesso di imitarlo dopo i mesi vissuti in bilico e da possibile partente. Il Chelsea ad agosto ha declinato lo scambio più conguaglio in favore della Juve e così Lukaku è finito alla Roma, lasciando Dusan a Torino.

Il resto è storia di oggi: il serbo è tornato a segnare a raffica e la Juve è in lizza per il tricolore. Il testa a testa anche in questo caso è con una milanese: nel 2005 c’era un Milan spaziale (Cafu, Maldini, Pirlo, Seedorf, Kaká, Sheva e Crespo) da battere. Adesso l’Inter spettacolare targata Inzaghi. E chissà che anche stavolta un cannoniere ripudiato e poi rigenerato non possa fare le differenza nel duello per il primo posto. Vlahovic come Trezeguet: (quasi) 20 anni dopo la storia potrebbe ripetersi.

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Chiamatelo pure effetto deja-vù. C’era una volta un goleador che aveva vissuto tutta l’estate con la valigia in mano e sembrava destinato a lasciare la Vecchia Signora. Si diceva che fosse micidiale in area di rigore, ma non sapesse far salire la squadra difendendo il pallone spalle alla porta. Tanto che al suo posto era stato individuato un altro centravanti abile invece in entrambe le fasi. Alla fine però da sicuro partente l’attaccante in questione è diventato, a suon di gol, l’alfiere delle ambizioni scudetto bianconere. Il pensiero di molti sarà corso alle sliding doors tra Dusan Vlahovic e Romelu Lukaku che ha tenuto banco ad agosto.

Il precedente di Trezeguet

In realtà il riferimento è a un altro mancato incastro di mercato che ha fatto poi le fortune della Juve. Estate 2004: David Trezeguet ha già preparato il trasloco, destinazione Barcellona. Il papà-manager Jorge a maggio va in rottura con l’allora dg bianconero Luciano Moggi dopo il mancato rinnovo con adeguamento di stipendio al centravanti franco-argentino. E così in Corso Galileo Ferraris, allora sede juventina, decidono di spedirlo in Catalogna per monetizzare e andare su un numero 9 più moderno. Moggi e Bettega mettono gli occhi su un paio di punte: il giovane Alberto Gilardino, appena esploso a Parma con 23 gol e il più rodato Shabani Nonda, tra i protagonisti del Monaco Campione di Francia (2003) e finalista di Champions (2004). La staffetta sembra inevitabile. Diciannove anni dopo il copione si è ripetuto con Dusan e Big Rom.

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