Alcaraz e la panchina in Juve-Udinese: il motivo e quando toccherà a lui

Il centrocampista argentino ha giocato solo qualche minuto contro l'Inter e non è stato impiegato nel ko interno contro i friulani. Ma il suo momento arriverà...

TORINO - Tutti i minuti (5) del recupero Inter-Juventus, nemmeno uno della sfida seguente persa sempre per 1-0, contro l’Udinese. Se in parte aveva sorpreso il microutilizzo di Carlos Alcaraz, al Meazza, visto che era atterrato a Torino poco più di un giorno prima, sensazione analoga ha innescato all’Allianz vedere Allegri non utilizzarlo proprio nel match sorprendente perso contro i friulani.

Alcaraz, la domanda dei tifosi

In cui, cammin facendo e rimonta inseguendo, ha cambiato gli esterni, il regista e gli attaccanti ma non le mezzali, ovvero McKennie e Rabiot, coloro che in teoria avrebbero potuto lasciare il posto all’argentino che dal punto di vista fisico è più che mai pronto visto che arriva dalla Championship, ovvero la Serie B inglese che, se consente qualche lacuna di tocco, non permette un dinamismo al ribasso. Già, la fisicità è la base del football d’Oltremanica. Più di un tifoso bianconero, all’uscita mesta dall’Allianz Stadium per l’imprevisto passo falso, la domanda se l’è posta. “Ma perché non è stato gettato nella mischia Alcaraz?”.

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Alcaraz, le opportunità future

Rispondere non è facile anche se forse è l’esercizio più semplice del mondo: perché secondo Allegri erano più funzionali i correttivi che ha introdotto. La controprova non esiste per cui è inutile arrovellarsi su cosa sarebbe stato meglio o peggio fare. Diverso invece il discorso relativo al futuro, ovvero alle prossime partite che la Juventus dovrà affrontare con febbraio che in teoria offre incroci abbordabili a cui i bianconeri arrivano col diritto di precedenza: dopo l’Udinese altre due pericolanti, sabato il Verona e la settimana dopo il Frosinone.

Dunque, se le partite dovessero seguire il corso che è lecito attendersi, ecco due opportunità in cui Alcaraz potrebbe trovare un minutaggio adeguato per mettersi in mostra e far capire il proprio reale valore. Le sue caratteristiche principali dovrebbero sposarsi al meglio con le lacune strutturali del centrocampo allegriano - scarsa propensione a verticalizzare e centrocampisti quasi mai così in fiducia da andare convinti al tiro da fuori - per cui è fisiologico che cresca la voglia di saperne di più di Charly. Che al momento la Juventus ha fatto conoscere diffondendo il suo gran gol con un destro dal limite dell’area nell’amichevole informale contro il Chisola. Ma quella era un sfida per pochi intimi. Il mondo bianconero è curioso e non vede l’ora di mettere i propri occhi sul sudamericano.

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TORINO - Tutti i minuti (5) del recupero Inter-Juventus, nemmeno uno della sfida seguente persa sempre per 1-0, contro l’Udinese. Se in parte aveva sorpreso il microutilizzo di Carlos Alcaraz, al Meazza, visto che era atterrato a Torino poco più di un giorno prima, sensazione analoga ha innescato all’Allianz vedere Allegri non utilizzarlo proprio nel match sorprendente perso contro i friulani.

Alcaraz, la domanda dei tifosi

In cui, cammin facendo e rimonta inseguendo, ha cambiato gli esterni, il regista e gli attaccanti ma non le mezzali, ovvero McKennie e Rabiot, coloro che in teoria avrebbero potuto lasciare il posto all’argentino che dal punto di vista fisico è più che mai pronto visto che arriva dalla Championship, ovvero la Serie B inglese che, se consente qualche lacuna di tocco, non permette un dinamismo al ribasso. Già, la fisicità è la base del football d’Oltremanica. Più di un tifoso bianconero, all’uscita mesta dall’Allianz Stadium per l’imprevisto passo falso, la domanda se l’è posta. “Ma perché non è stato gettato nella mischia Alcaraz?”.

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