“Pogba pronto e arrabbiato. Thuram? Ricordo i due fratelli nel ritiro Juve”

Rafaela Pimenta, agente di Paul Pogba, è stata protagonista di una lunga intervistata su"Cronache di Spogliatoio". Come noto il centrocampista francese della Juventus è al momento sospeso dopo essere risultato positivo al doping. Pimenta spiega: "Pogba potrebbe tornare in campo domani. È pronto per qualsiasi situazione, è un campione anche mentalmente. Prende un colpo, lo digerisce e va avanti. Non è andato avanti in modo irresponsabile: si allena sapendo che deve essere pronto".

La feroce determinazione di Pogba

Pimenta ha poi aggiunto: "Alle volte gli dico: 'Facciamo qualcos'altro?'. E lui si arrabbia, mi dice: 'Rafa! Devo allenarmi. Non hai capito: devo giocare, devo vincere e devo terminare un percorso che ho iniziato'. Se dovesse giocare domani, potrebbe entrare in campo e giocare. Ovviamente è un momento difficile e da superare".

Gli inizi di Pogba raccontati da Pimenta

Pimenta ha parlato anche degli albori della carriera di Pogba: "All’inizio si parlava troppo di quello che faceva Pogba. Soprattutto dei suoi capelli. Si è permesso di esprimere il suo stile. Alla Lazio c’è il barbiere. La nazionale brasiliana porta con sé un barbiere. Eppure a Pogba dicevano: 'Pensi ai capelli e non a giocare'. Un giocatore deve avere degli hobby altrimenti il calcio diventa una mania e non va bene".

Pimenta, i fratelli Thuram e la guida di papà Lilian

Rafaela Pimenta ha anche parlato dei fratelli Thuram, Marcus e Khéphren."Sono stati educati per diventare calciatori da papà Lilian. Lillian conosceva quale percorso dovessero fare. Se parli con lui ti dice che se volevano fare i calciatori dovevano andare al campo e giocare, si dovevano meritare tutto sul campo come tutti. Lillian ha sempre trattato Marcus e Khéphren da calciatori, per cui si sono sempre comportati da giocatori".

"Li ho conosciuti che erano piccolissimi, nel ritiro della Juventus. Lillian e Pavel Nedved parlavano, i bambini volevano una Coca. Alla terza volta, Lillian gli disse: 'Tenete questi, divideteveli'. Poteva dargli tutto e subito, si sarebbero rovinati facilmente. Invece li ha cresciuti con la stessa mentalità con cui è stato tirato su lì. Poi entrambi ci hanno messo del loro, hanno talento e hanno lavorato tanto. Ma a livello mentale avevano già visto come funzionava il calcio e hanno sempre avuto una marcia in più".