Bremer, il cambiamento Juve un anno e mezzo dopo e quel pensiero fuori dal coro

Non solo implacabile in difesa e pericoloso di testa in area avversaria. Il brasiliano è diventato prezioso in impostazione e nello spogliatoio

C’era con l’Empoli, con l’Inter e con l’Udinese: sarebbe dunque sbagliato e illusorio pensare che il rientro di Bremer, squalificato a Verona, basti da solo a risolvere i problemi della Juventus. Però aiuterà, questo è certo ed è una certezza che i tre risultati negativi citati non scalfiscono minimamente. Perché maturata nelle 24 giornate consecutive in cui il brasiliano è stato il pilastro al centro della difesa bianconera, sempre in campo dall’inizio alla fine tranne che nei sei minuti finali contro l’Atalanta, quando uscì a causa di un crampo. Solo agli ottavi di Coppa Italia, allo Stadium contro la Salernitana, Massimiliano Allegri gli aveva concesso un turno di riposo, prima che il giudice sportivo gliene imponesse un altro sabato al Bentegodi.

Bremer, l'assenza di Verona

E al Bentegodi, per la prima volta senza Bremer in campionato, la Juve ha subito più di un gol per la seconda volta nell’intera stagione, cosa che non accadeva da cinque mesi. Prima del Verona, infatti, soltanto il Sassuolo il 23 settembre aveva segnato più di una rete ai bianconeri, quattro per la precisione: ma si era ancora all’alba del campionato e la Juve incappò in una giornata che definire storta è poco, facendosi letteralmente da sola il quarto gol (la clamorosa autorete di Gatti) e mettendoci del proprio anche sugli altri. Delle diciannove giornate successive a quella sbandata la squadra di Allegri ne aveva chiuse 10 senza subire gol e subendone sempre solo uno nelle altre nove. Poi, alla prima senza Bremer, sono arrivati i due gol del Verona, che ha avuto anche qualche altra occasione. Il dato è significativo ma potrebbe anche essere considerato una coincidenza, non fosse per le prestazioni messe in mostra dal ventiseienne centrale brasiliano in questa stagione. Un’annata in cui, dopo l’apprendistato ad alto livello fatto in quella passata, la prima in un grande club, ha mantenuto con costanza un rendimento eccezionale.

Bremer, l'offerta di mercato per vacillare

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Bremer, la crescita in campo e fuori

Forza fisica, dominio nel gioco aereo, velocità negli spazi ampi ed esplosività in quelli stretti, unite a una capacità di lettura delle situazioni in costante crescita fanno di lui un difensore puro senza pari nella rosa bianconera, dove pure tutti, compreso chi è chiamato in causa solo sporadicamente come Rugani, hanno dato finora un contributo importante.

L’implacabile efficacia con cui Bremer interrompe le azioni avversarie non è però l’aspetto più importante della sua stagione, né lo sono i due gol segnati, per quanto entrambi i contributi, difensivo e realizzativo, abbiano grande peso specifico nei risultati bianconeri. Ne ha forse di più, però, il contributo in impostazione, l’aspetto in cui, assieme a quello della continuità, il brasiliano ha compiuto un salto di qualità dalla passata stagione. Oggi è un difensore in grado di gestire la palla con sicurezza, giocandola corta, lunga o filtrante con efficacia e precisione. Oppure portandola avanti in prima persona quando gli avversari non lo pressano. Sono più lontani dell’anno e mezzo effettivamente trascorso i tempi in cui una squadra (la Sampdoria il 23 agosto 2022, seconda giornata dello scorso campionato) poteva concentrarsi su soli otto giocatori di movimento bianconeri, lasciando proprio Bremer e Rugani a passarsi la palla l’uno con l’altro senza sapere come sfruttare quella libertà. 

Juve verso il Frosinone

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Il messaggio di Bremer

Oggi Bremer avanzerebbe palla al piede costringendo un avversario a contrastarlo, creando spazi per i compagni. E avanzerebbe con una sicurezza datagli non solo dal miglioramento tecnico, ma anche da una maturazione che ha fatto lievitare la sua personalità.

Dentro al campo e anche fuori, dove con piglio degno di capitan Danilo ha provato a dare la scossa uscendo fuori dal coro che sostiene - quasi certamente a ragione, ma chissà - che la Juventus debba metabolizzare la fine della corsa Scudetto e la fuga dell’Inter, per riprendere a lottare e coronare una stagione che sarebbe comunque importante con il secondo posto e la vittoria della Coppa Italia. «It’s not over... until it’s over» - « Non è finita... finché non è finita » - ha scritto invece sui propri social il brasiliano. Forse ha ragione, ma a patto che a finire - e subito - sia la striscia negativa della Juve.

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C’era con l’Empoli, con l’Inter e con l’Udinese: sarebbe dunque sbagliato e illusorio pensare che il rientro di Bremer, squalificato a Verona, basti da solo a risolvere i problemi della Juventus. Però aiuterà, questo è certo ed è una certezza che i tre risultati negativi citati non scalfiscono minimamente. Perché maturata nelle 24 giornate consecutive in cui il brasiliano è stato il pilastro al centro della difesa bianconera, sempre in campo dall’inizio alla fine tranne che nei sei minuti finali contro l’Atalanta, quando uscì a causa di un crampo. Solo agli ottavi di Coppa Italia, allo Stadium contro la Salernitana, Massimiliano Allegri gli aveva concesso un turno di riposo, prima che il giudice sportivo gliene imponesse un altro sabato al Bentegodi.

Bremer, l'assenza di Verona

E al Bentegodi, per la prima volta senza Bremer in campionato, la Juve ha subito più di un gol per la seconda volta nell’intera stagione, cosa che non accadeva da cinque mesi. Prima del Verona, infatti, soltanto il Sassuolo il 23 settembre aveva segnato più di una rete ai bianconeri, quattro per la precisione: ma si era ancora all’alba del campionato e la Juve incappò in una giornata che definire storta è poco, facendosi letteralmente da sola il quarto gol (la clamorosa autorete di Gatti) e mettendoci del proprio anche sugli altri. Delle diciannove giornate successive a quella sbandata la squadra di Allegri ne aveva chiuse 10 senza subire gol e subendone sempre solo uno nelle altre nove. Poi, alla prima senza Bremer, sono arrivati i due gol del Verona, che ha avuto anche qualche altra occasione. Il dato è significativo ma potrebbe anche essere considerato una coincidenza, non fosse per le prestazioni messe in mostra dal ventiseienne centrale brasiliano in questa stagione. Un’annata in cui, dopo l’apprendistato ad alto livello fatto in quella passata, la prima in un grande club, ha mantenuto con costanza un rendimento eccezionale.

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