Fagioli e la paura di perdere la Juve: "Ringrazio tre compagni di squadra"

La rivelazione del centrocampista bianconero durante il suo percorso di recupero per la squalifica per il caso scommesse

Nicolò Fagioli è tornato a parlare in occasione di un incontro con gli studenti di Condove, in Piemente. Per il centrocampista della Juventus si tratta del scondo incontro pubblico dopo quello all’Ordine degli Psicologi del Piemonte, come prevede l'accordo Figc per la squalifica per il caso scommesse.

Juve, Fagioli: "Schedine? Colpa della noia"

Il centrocampista ha raccontato agli studendi il suo rapporto con le scommesse: “Non dico ancora di esserne già uscito, sicuramente è stato un periodo molto difficile e il percorso non si conclude in cinque mesi. Sicuramente però sto facendo in modo di uscirne definitivamente. Adesso sto bene, sono felice di essere qua: dico ai giovani di non cominciare neanche a scommettere e di coltivare i loro sogni. Un anno fa è stato il periodo più difficile perché avevo problemi causati dal gioco. In quei casi diventa complesso gestire tutto da solo e a quel punto ho capito che dovevo chiedere aiuto. Cosa mi spingeva a mettere tanto denaro nel gioco? Forse avevo tanto tempo libero, la noia mi portava a giocare. Penso sia stata questa la principale causa: è cominciata così, ma in poco tempo è diventata una malattia”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, Fagioli: "Ho iniziato con le schedine a 16 anni"

Fagioli ha poi ripercorso l'inizio dei suoi problemi con il gioco: "Ho iniziato a 16 anni con gli amici, solamente una volta a settimana. Man mano perdi soldi però, vuoi nascondere le consegunze ai genitori e così è diventato un problema. All’inizio non ci pensavo mimimamente. Quando è diventata una malattia ho capito che potevo rischiare molto nella mia carriera, ma la paura veniva superata dall’adrenalina della giocata. Adesso trascorro più tempo libero con la famiglia e con gli amici, gioco a tennis e a padel".

Fagioli rivela: "Ho temuto di perdere la Juve"

Il classe 2000 è tornato sulla squalifica: "I miei compagni mi hanno aiutato molto nel periodo più duro della mia vita. Ringrazio in particolare Vlahovic, Gatti e Chiesa. Il 19 maggio finisce la squalifica e spero di poter tornare in campo già il 26 maggio contro il Monza. Da quando ho iniziato a scommettere non mi allenavo al 100% e dunque in partita non davo tutto quello che potrò dare più avanti dal mio rientro. Subito dopo lo scoppio del caso mediatico ho chiuso i social, ma poi ho letto solo i messaggi positivi. Sapevo potesse esserci il rischio di perdere la maglia della Juve, ma in società tutti mi sono stati vicini dal primo giorno”.

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Nicolò Fagioli è tornato a parlare in occasione di un incontro con gli studenti di Condove, in Piemente. Per il centrocampista della Juventus si tratta del scondo incontro pubblico dopo quello all’Ordine degli Psicologi del Piemonte, come prevede l'accordo Figc per la squalifica per il caso scommesse.

Juve, Fagioli: "Schedine? Colpa della noia"

Il centrocampista ha raccontato agli studendi il suo rapporto con le scommesse: “Non dico ancora di esserne già uscito, sicuramente è stato un periodo molto difficile e il percorso non si conclude in cinque mesi. Sicuramente però sto facendo in modo di uscirne definitivamente. Adesso sto bene, sono felice di essere qua: dico ai giovani di non cominciare neanche a scommettere e di coltivare i loro sogni. Un anno fa è stato il periodo più difficile perché avevo problemi causati dal gioco. In quei casi diventa complesso gestire tutto da solo e a quel punto ho capito che dovevo chiedere aiuto. Cosa mi spingeva a mettere tanto denaro nel gioco? Forse avevo tanto tempo libero, la noia mi portava a giocare. Penso sia stata questa la principale causa: è cominciata così, ma in poco tempo è diventata una malattia”.

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