Yildiz, come Allegri punta a riportarlo al top. Il futuro Juve e... la clausola

Il turco non segna dall’11 gennaio contro il Frosinone in Coppa Italia: il club vuole farne un perno per gli anni a venire. Già intavolati discorsi per andare oltre il 2027

Che fine ha fatto Kenan Yildiz? Chi troppo in fretta lo aveva bollato come fuoriclasse, ora, con altrettanta frenesia rischia di etichettarlo come meteora. I giudizi estremi difficilmente si rivelano aderenti alla realtà, ma nel mondo del calcio rappresentano la verità assoluta del giorno. Almeno fino all’indomani. Una filosofia di pensiero che non vanta tra gli adepti un saggio della panchina come Allegri che, in tema di giovani, semmai raddoppia il sempre caro concetto di “halma”.

Yildiz e il ritorno di Chiesa

A proposito: «Si tende a definire campioni dei ragazzi che giocano un paio di partite, ma ci vuole molta pazienza», uno dei suoi adagi più celebri in tema di talenti in rampa di lancio. Un riferimento al fantasista turco? Nulla di tutto ciò, le parole risalgono a due anni fa. Il dato di fatto, in questo momento, riguarda la montagna russa su cui è salito il 18enne strappato nell’estate del 2022 al Bayern Monaco. Discese ardite e risalite, come cantava Battisti: tre gol in una manciata di giorni a cavallo del nuovo anno, quindi un ultimo mese in cui ha faticato a trovare continuità dal primo minuto e a graffiare in corso d’opera. Già, anche perché nel frattempo è rientrato Chiesa. Ovvero il giocatore che Allegri, nel rigido vestito tattico del 3-5-2, vede come alternativo al classe 2005.

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Allegri, come sta gestendo Yildiz

E cui spetta una sorta di priorità, se non altro per i gradi conquistati sul campo negli ultimi anni. Non per forza un male, in realtà, nel momento in cui l’obiettivo diventa quello di “stabilizzare” a livello emotivo il ragazzo sbocciato nella Next Gen, dopo l’indigestione di complimenti e di copertine tra dicembre e gennaio. Allegri ha visto tanti giovani attraversare questi momenti in carriera e alla Continassa lavora quotidianamente per mettere Yildiz nelle condizioni di far risplendere la propria luce.

Togliendo pressione, irrorando serenità. E, soprattutto, infondendo fiducia al turco di Ratisbona, cui il tecnico in settimana dispensa consigli e carezze con fare paterno. La sfida di domani all’Atalanta, statistiche alla mano, rappresenta per Yildiz l’occasione di tornare al gol dopo ormai due mesi di astinenza. L’ultimo urlo di gioia a gennaio contro il Frosinone, in Coppa Italia, poi un recente filotto di gare in cui il turco ha confermato di toccare il pallone come pochi altri, pur senza riuscire ad assestare la zampata.

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Yildiz e il futuro nella Juve

Partite che, naturalmente, non hanno alterato la percezione del suo potenziale né alla Continassa né tra le tante società estimatrici del bianconero, club che si annidano in particolare tra le maglie della ricca Premier. La Juventus, a proposito di futuro, è al lavoro per definire il rinnovo del turco con il suo entourage, per quanto la questione non sia reputata al momento prioritara. L’ultimo prolungamento, d’altronde, è storia di pochi mesi fa soltanto, anche se nel frattempo il mondo intorno al ragazzo è mutato repentinamente.

La firma di agosto fino al 2027, infatti, era arrivata per mano di un giocatore che si divideva tra il ruolo di protagonista in Next Gen e quello di apprendista in prima squadra, mentre già oggi rappresenta una solida realtà. E uno dei punti fermi su cui alla Continassa si intende costruire un futuro più brillante rispetto al presente. Il nuovo orizzonte si chiama così 2029 anche se, per arrivare alla stretta di mano, manca più di qualche semplice dettaglio. Come la definizione o meno di una clausola rescissoria, che il clan del turco spingerebbe per inserire. In un periodo storico in cui tutti i giocatori hanno un prezzo, a Torino come in tutta la Serie A, non si tratterebbe per forza di un ostacolo insormontabile...

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Che fine ha fatto Kenan Yildiz? Chi troppo in fretta lo aveva bollato come fuoriclasse, ora, con altrettanta frenesia rischia di etichettarlo come meteora. I giudizi estremi difficilmente si rivelano aderenti alla realtà, ma nel mondo del calcio rappresentano la verità assoluta del giorno. Almeno fino all’indomani. Una filosofia di pensiero che non vanta tra gli adepti un saggio della panchina come Allegri che, in tema di giovani, semmai raddoppia il sempre caro concetto di “halma”.

Yildiz e il ritorno di Chiesa

A proposito: «Si tende a definire campioni dei ragazzi che giocano un paio di partite, ma ci vuole molta pazienza», uno dei suoi adagi più celebri in tema di talenti in rampa di lancio. Un riferimento al fantasista turco? Nulla di tutto ciò, le parole risalgono a due anni fa. Il dato di fatto, in questo momento, riguarda la montagna russa su cui è salito il 18enne strappato nell’estate del 2022 al Bayern Monaco. Discese ardite e risalite, come cantava Battisti: tre gol in una manciata di giorni a cavallo del nuovo anno, quindi un ultimo mese in cui ha faticato a trovare continuità dal primo minuto e a graffiare in corso d’opera. Già, anche perché nel frattempo è rientrato Chiesa. Ovvero il giocatore che Allegri, nel rigido vestito tattico del 3-5-2, vede come alternativo al classe 2005.

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