Che fine ha fatto Kenan Yildiz? Chi troppo in fretta lo aveva bollato come fuoriclasse, ora, con altrettanta frenesia rischia di etichettarlo come meteora. I giudizi estremi difficilmente si rivelano aderenti alla realtà, ma nel mondo del calcio rappresentano la verità assoluta del giorno. Almeno fino all’indomani. Una filosofia di pensiero che non vanta tra gli adepti un saggio della panchina come Allegri che, in tema di giovani, semmai raddoppia il sempre caro concetto di “halma”.
Yildiz e il ritorno di Chiesa
A proposito: «Si tende a definire campioni dei ragazzi che giocano un paio di partite, ma ci vuole molta pazienza», uno dei suoi adagi più celebri in tema di talenti in rampa di lancio. Un riferimento al fantasista turco? Nulla di tutto ciò, le parole risalgono a due anni fa. Il dato di fatto, in questo momento, riguarda la montagna russa su cui è salito il 18enne strappato nell’estate del 2022 al Bayern Monaco. Discese ardite e risalite, come cantava Battisti: tre gol in una manciata di giorni a cavallo del nuovo anno, quindi un ultimo mese in cui ha faticato a trovare continuità dal primo minuto e a graffiare in corso d’opera. Già, anche perché nel frattempo è rientrato Chiesa. Ovvero il giocatore che Allegri, nel rigido vestito tattico del 3-5-2, vede come alternativo al classe 2005.