Juve e Allegri, entusiasmo minimo: i tifosi stanno esaurendo la pazienza

Trofei che mancano da 2 anni, risultati non all’altezza e mai una autocritica su gestione ed errori. Una sola vittoria nelle ultime sette partite, per un filotto negativo che riporta alla gestione Del Neri 2010/11
Juve e Allegri, entusiasmo minimo: i tifosi stanno esaurendo la pazienza© /Agenzia Aldo Liverani Sas

TORINO - I tifosi della Juventus faticano a resistere, la pazienza è in riserva. Innanzitutto perché sono abituati a vincere spesso, medicina “trasversale” capace di far digerire anche le partite giocate male ma che portano tre punti, per disinfiammare così gli animi. Il problema è che le scorte di “cortisone” sembrano in esaurimento. Già, una vittoria in 7 partite è una media che appartiene a chi vuole evitare di retrocedere, non a chi come la Juventus cerca di chiudere al più presto la corsa ai primi quattro posti che regalano la partecipazione alla Champions League del prossimo anno. Un filotto così asfittico, la Juventus non lo serviva in campionato - con in palio ancora qualcosa da conquistare - dalla stagione 2010/11, quando la squadra allenata da Luigi Del Neri, dalla 17ª alla 23ª giornata, vinse soltanto col Bari 2-1. Prima pari col Chievo (1-1), ko col Parma in casa (1-4) e sconfitta a Napoli (0-3), quindi dopo la vittoria sui pugliesi ecco il pareggio in casa della Samp (0-0) la sconfitta a Torino con l’Udinese (1-2) e poi a Palermo (1-2).

Allegri, il precedente e la Coppa Italia

In realtà Allegri infilò una serie altrettanto negativa nella stagione 2018/19, quella dell’ultimo scudetto (1 vittoria, 3 pari e 3 ko) ma era una situazione condizionata dal fatto che alla seconda partita della serie, con la vittoria sulla Fiorentina, i bianconeri erano riusciti a chiudere il campionato vincendo aritmeticamente il tricolore: fatale dunque che le ultime partite vennero disputate con una tensione agonistica inferiore. Una situazione dunque non omogenea rispetto a quella attuale. Ma il problema del vincere poco, o meglio, troppo poco, è qualcosa che affonda le radici in un arco temporale più lungo: nelle ultime due stagioni, infatti, i bianconeri non hanno conquistato un trofeo e per evitare il tris dovranno alzare la Coppa Italia: ovvero eliminare la Lazio nella doppia semifinale di aprile e quindi imporsi nella eventuale finalissima di Roma contro la vincente dell’altra semifinale tra Atalanta e Fiorentina. Inevitabile, dunque, o meglio, comprensibile, che la pazienza si stia esaurendo: domenica all’Allianz, nel momento di difficoltà con la squadra sotto di un gol, la tifoseria si è spaccata in due.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, proposta di gioco e mancanza di autocritica

Il problema è anche la proposta di gioco stantia, spesso troppo speculativa e non così brillante come invece si vede in altri lidi, dove la materia prima non è superiore a quella a disposizione di Allegri. Questa crisi della Juve, poi, ha portato a un altro dato oggettivo che fa pendere la bilancia dalla parte di chi non ne può più di emozioni con il contagocce: il confronto con la stagione precedente dice che c’è un punto in meno dopo 28 giornate di campionato. E nella scorsa annata davvero Allegri fece i miracoli per impedire all’umore della squadra di salire e scendere dalla montagne russe che le sentenze della giustizia sportiva disegnavano con una tempistica imprevedibile. Ce n’è dunque abbastanza ma l’elenco delle situazioni negative non finisce qui. Le dichiarazioni post partita di Allegri non offrono praticamente mai diritto di cittadinanza all’autocritica, preferendo una narrazione auto-assolutoria che se può risultare utile al cospetto della squadra, all’esterno può risultare urticante.

Allegri, l'obiettivo Champions e il Genoa

E in questa situazione di ridimensionamento generale, il fatto di ripetere che “quest’anno l’unico vero obiettivo è centrare la prossima Champions, vitale per il club con gli introiti che garantisce”, ha portato il tecnico livornese, a caldo dopo l’Atalanta, a parlare dipunto guadagnato nei confronti del Bologna quarto. Dato di fatto incontrovertibile ma che è stonato alle orecchie dei tifosi bianconeri abituati a ben altri discorsi (lo stesso Fabrizio Ravanelli, ospite domenica sera a Pressing, ha preso le distanze da questo pensiero di Allegri, da sempre reputato un ottimo allenatore da Penna Bianca). Dunque una Juventus che deve lasciarsi alle spalle questo momento-no troppo lungo e tornare a vincere almeno con le “piccole”, contro le quali ha saputo perdere una decina di punti. Domenica arriva a Torino il Genoa per la sfida dell’ora di pranzo: i rossoblù non possono ambire all’Europa né temere la retrocessione. Più in discesa di così sembra davvero difficile...

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - I tifosi della Juventus faticano a resistere, la pazienza è in riserva. Innanzitutto perché sono abituati a vincere spesso, medicina “trasversale” capace di far digerire anche le partite giocate male ma che portano tre punti, per disinfiammare così gli animi. Il problema è che le scorte di “cortisone” sembrano in esaurimento. Già, una vittoria in 7 partite è una media che appartiene a chi vuole evitare di retrocedere, non a chi come la Juventus cerca di chiudere al più presto la corsa ai primi quattro posti che regalano la partecipazione alla Champions League del prossimo anno. Un filotto così asfittico, la Juventus non lo serviva in campionato - con in palio ancora qualcosa da conquistare - dalla stagione 2010/11, quando la squadra allenata da Luigi Del Neri, dalla 17ª alla 23ª giornata, vinse soltanto col Bari 2-1. Prima pari col Chievo (1-1), ko col Parma in casa (1-4) e sconfitta a Napoli (0-3), quindi dopo la vittoria sui pugliesi ecco il pareggio in casa della Samp (0-0) la sconfitta a Torino con l’Udinese (1-2) e poi a Palermo (1-2).

Allegri, il precedente e la Coppa Italia

In realtà Allegri infilò una serie altrettanto negativa nella stagione 2018/19, quella dell’ultimo scudetto (1 vittoria, 3 pari e 3 ko) ma era una situazione condizionata dal fatto che alla seconda partita della serie, con la vittoria sulla Fiorentina, i bianconeri erano riusciti a chiudere il campionato vincendo aritmeticamente il tricolore: fatale dunque che le ultime partite vennero disputate con una tensione agonistica inferiore. Una situazione dunque non omogenea rispetto a quella attuale. Ma il problema del vincere poco, o meglio, troppo poco, è qualcosa che affonda le radici in un arco temporale più lungo: nelle ultime due stagioni, infatti, i bianconeri non hanno conquistato un trofeo e per evitare il tris dovranno alzare la Coppa Italia: ovvero eliminare la Lazio nella doppia semifinale di aprile e quindi imporsi nella eventuale finalissima di Roma contro la vincente dell’altra semifinale tra Atalanta e Fiorentina. Inevitabile, dunque, o meglio, comprensibile, che la pazienza si stia esaurendo: domenica all’Allianz, nel momento di difficoltà con la squadra sotto di un gol, la tifoseria si è spaccata in due.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Juve e Allegri, entusiasmo minimo: i tifosi stanno esaurendo la pazienza
2
Juve, proposta di gioco e mancanza di autocritica

Juve, i migliori video