Pagina 3 | Lucescu e i due obiettivi Juve: "Lampi di Dzeko, l'altro sembra Mkhitaryan"

Gli occhi della Vecchia Signora su Danylo Sikan. Il giovane centravanti dello Shakhtar ha attirato l’attenzione della Juventus, che stasera tramite un proprio scout lo seguirà dal vivo durante lo spareggio playoff per la qualificazione a Euro 2024 tra l’Ucraina e la Bosnia. Tra i monitorati dal club bianconero anche Georgiy Sudakov, corteggiato a lungo nel mercato invernale sia da Giuntoli sia dal Napoli. Per conoscere meglio i due talenti dell’Est, ecco un guru della panchina come Mircea Lucescu, che negli ultimi anni ha sfidato entrambi da vicino alla guida della Dinamo Kiev.

Mircea Lucescu, partiamo da Sikan: come lo presenterebbe a chi non lo conosce ancora?
«Per prima cosa parliamo di un ottimo giocatore. È un ragazzo con indubbie potenzialità, che in parte ha già manifestato nonostante la giovane età. Deve ancora compiere 23 anni, ma si sta ritagliando uno spazio importante sia con lo Shakhtar sia con l’Ucraina. Ne sentiremo parlare a lungo. Lo reputo un centravanti classico e moderno al tempo stesso…».

In che senso?
«Classico perché è una prima punta votata alla finalizzazione, ma al tempo stesso è moderno per come si muove e riesce a dialogare con i compagni. È un centravanti che sa giocare per la squadra. Spesso torna indietro fino a metà campo per aiutare i compagni in fase difensiva, inoltre con le sue sponde riesce a essere utile per gli inserimenti offensivi dei centrocampisti».

In che modulo rende al meglio?
«È cresciuto nello Shakhtar, dove ha sempre giocato centrale nel tridente offensivo: lo vedo bene centravanti nel 4-3-3. Tra l’altro per Sikan e Sudakov è stato molto importante l’anno di apprendistato nel Mariupol, che è la seconda squadra dello Shakhtar e grazie alla quale a 18 anni giocava già con continuità tra i grandi. Le seconde squadre sono preziose nel calcio moderno e la stessa Juve ne sa qualcosa».

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Quali sono i punti di forza di Sikan?
«Il colpo di testa. E poi è un ragazzo molto intelligente tatticamente nel lavorare con e per i compagni. Ha una struttura fisica importante: è molto alto, eppure gioca bene e sa calciare indifferentemente con tutti e due i piedi».

A chi lo accosterebbe?
«Ricorda Dzeko, anche se per raggiungere il livello di Edin deve ancora crescere e fare esperienza. Ma le caratteristiche sono quelle. E poi neppure il bosniaco alla sua età era un top player: gli attaccanti maturano con calma. Sikan ha bisogno di giocare con continuità per essere pronto per un top club come la Juve».

In che senso?
«In Italia per gli attaccanti è difficile imporsi e le difese sono molto organizzate, ma Sikan può diventare un attaccante di alto livello. Prima però gli servirebbe, dopo l’Europeo, una tappa intermedia per completare la sua maturazione. Finora ha fatto il percorso giusto: una crescita step by step, organizzata molto bene dallo Shakhtar sia per lui che per Sudakov».

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A proposito di Sudakov: Juve e Napoli lo volevano a gennaio… 
«Sarebbe stato un bel colpo. È un centrocampista d’attacco molto forte. Sa fare bene entrambe le fasi. Ruolo? Di solito parte da sinistra per andare al tiro col destro. Ha un bel piede e tanta qualità. In mezzo al campo si fa sentire: corre parecchio ed è prezioso nel recuperare diversi palloni».  
 
A chi somiglia tra i giocatori della nostra Serie A? 
«Rivedo in lui doti alla Mkhitaryan, anche se l’armeno è più offensivo. Entrambi sono bravi nell’attaccare gli spazi. Sudakov in realtà viene più nel vivo del gioco a metà campo, anche se gli piace pure lanciarsi in avanti per concludere l’azione. L’interista è più goleador, anche se adesso gioca più arretrato. Sudakov comunque può diventare un calciatore eccezionale proprio come Mkhitaryan». 
 
E lei, mister, quando la rivedremo in pista?  
«Spero di tornare in panchina. Dopo 50 anni per la prima volta mi sono preso un periodo di riposo. Con tutto quello che purtroppo è successo in Ucraina ho deciso di fermarmi e aspettare giugno. Per questo durante la stagione ho detto no al Besiktas, che mi voleva in corsa. Aspetto una squadra dall’inizio, dove poter incidere nella costruzione e nella preparazione della rosa. A 78 anni l’entusiasmo e la passione non mi mancano: vado sempre a vedere partite per tenermi aggiornato e per essere pronto quando arriverà la chiamata giusta».  

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A proposito di Sudakov: Juve e Napoli lo volevano a gennaio… 
«Sarebbe stato un bel colpo. È un centrocampista d’attacco molto forte. Sa fare bene entrambe le fasi. Ruolo? Di solito parte da sinistra per andare al tiro col destro. Ha un bel piede e tanta qualità. In mezzo al campo si fa sentire: corre parecchio ed è prezioso nel recuperare diversi palloni».  
 
A chi somiglia tra i giocatori della nostra Serie A? 
«Rivedo in lui doti alla Mkhitaryan, anche se l’armeno è più offensivo. Entrambi sono bravi nell’attaccare gli spazi. Sudakov in realtà viene più nel vivo del gioco a metà campo, anche se gli piace pure lanciarsi in avanti per concludere l’azione. L’interista è più goleador, anche se adesso gioca più arretrato. Sudakov comunque può diventare un calciatore eccezionale proprio come Mkhitaryan». 
 
E lei, mister, quando la rivedremo in pista?  
«Spero di tornare in panchina. Dopo 50 anni per la prima volta mi sono preso un periodo di riposo. Con tutto quello che purtroppo è successo in Ucraina ho deciso di fermarmi e aspettare giugno. Per questo durante la stagione ho detto no al Besiktas, che mi voleva in corsa. Aspetto una squadra dall’inizio, dove poter incidere nella costruzione e nella preparazione della rosa. A 78 anni l’entusiasmo e la passione non mi mancano: vado sempre a vedere partite per tenermi aggiornato e per essere pronto quando arriverà la chiamata giusta».  

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