TORINO - Inutile girarci attorno e neppure restarne stupiti: ormai il calciomercato è una realtà immanente per club e calciatori al punto che sono incitabili i cortocircuiti mediatici e tifosi. Prendete, per esempio, la vicenda di Koopmeiners le cui gesta in campo sono ormai declinate più in ottica futuribile di mercato, con la Juventus e il Liverpool in controluce, che non in considerazione dell’attualità atalantina. Lui, poi, ci ha messo il carico da 11 quando, dal ritiro dell’Olanda, ha raccontato di aver già spiegato al suo attuale club che in estate saluterà la compagnia bergamasca. Molto laicamente e, in perfetta tradizione mercantilistica olandese, augurandosi di determinare un cospicuo incasso per il club bergamasco.
Ecco: troppo laico e troppo mercantilistica per un mondo che vive di passioni e di fideistica fidelizzazione alla causa. E i tifosi atalantini, più che ai soldi che incasserà il club, hanno subito pensato alle partite che restano con gli obbiettivi in campionato e nelle Coppe, con il timore che “Koop” possa affrontarle con un condizionamento preventivo. Così, chissà se autonomamente o sollecitato da “spifferi” di Zingonia, l’olandese ha precisato sul proprio profilo Instagram: “Combatterò ogni partita. Ho troppo rispetto per l’Atalanta e sono molto felice qui”.
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