McKennie, sorpresa Juve non solo in campo: ora alza trofei e anche richieste

L’undicesimo assist della stagione vale la Nations League con la nazionale. Stagione brillante con il bianconero, si tratta sul rinnovo
McKennie, sorpresa Juve non solo in campo: ora alza trofei e anche richieste© EPA

TORINO - La stagione di Weston McKennie galoppa all’incalzante ritmo dell’hip hop, genere che l’americano della Juventus divora quotidianamente, nascosto dietro le immancabili “cuffione” alle orecchie. Il centrocampista, di ritorno dal deludente prestito semestrale al Leeds della scorsa annata, ha alzato il livello del proprio gioco. Ma non si è limitato a quello. Nella passata notte italiana, infatti, ha alzato anche la Nations League della Concacaf al cielo, con i “suoi” Stati Uniti. E ora, in conseguenza dei primi due assiomi, ha alzato pure le pretese, volgendo lo sguardo al futuro. Un passo alla volta. La stretta attualità impone di partire dall’AT&T Stadium di Arlington, che in genere ospita i touchdown dei Dallas Cowboys e che, invece, nelle scorse ore è stato teatro della finale di Nations League tra Usa e Messico. Un incrocio che racconta di una grande rivalità, tanto che purtroppo anche in questa occasione non sono mancati i tafferugli sugli spalti, e che ha finito per incoronare la Nazionale a stelle e strisce.

McKennie trascina gli Stati Uniti

Ancora una volta: tre su tre per capitan Pulisic e compagni nella competizione, dal 2021 a oggi. I ragazzi del ct Berhalter si sono imposti per 2-0, con il solito zampino di McKennie. Imprescindibile in mezzo al campo, il texano ha messo a referto l’ennesimo assist stagionale. Un passaggio piuttosto semplice in favore di Adams, a dire il vero, il quale ha avuto poi il merito di inventarsi il classico “gol della domenica” dalla lunghissima distanza. Intanto, però, per Wes fanno undici passaggi vincenti dall’estate in poi: sette in campionato, due in Coppa Italia e due proprio con gli Stati Uniti. Roba alla Modric, tanto per lasciarsi sfuggire un’iperbole. La fase di rifinitura della mezzala di Allegri ha vissuto una crescita esponenziale: basti ripensare al controllo di palla volante che ha portato al gol di Vlahovic con il Frosinone o alla verticalizzazione che ha ispirato la rete di Cambiaso di fronte all’Atalanta. Per ora manca il gol, e statisticamente è un dettaglio piuttosto insolito, ma l’ex Schalke ha trovato il modo per compensare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

McKennie, rinnovo e richieste

Il tecnico bianconero, che l’aveva riaccolto in estate con l’etichetta di esubero ai margini della rosa, in questo momento non può fare a meno di lui. Venticinque presenze da titolare in Serie A, a fronte di due sole gare iniziate dalla panchina, e la ventiseiesima già all’orizzonte. McKennie (insieme al connazionale Weah) atterrerà questa mattina a Malpensa e, da domani, tornerà al lavoro alla Continassa con la Lazio nel mirino. Sì, durante la sosta è stato il bianconero più impegnato (210’ in campo) e quello costretto al viaggio più lungo, ma la mediana della Juventus non può fare a meno di lui. Almeno fino al termine della stagione, poi subentreranno altre dinamiche. Il “maghetto” ha infatti il contratto in scadenza nel 2025, ma le trattative per il rinnovo non hanno ancora imboccato la strada che porta al traguardo.

L’entourage del giocatore vuole capitalizzare appieno l’inedito status di intoccabile, attraverso un sostanzioso aumento all’attuale ingaggio di circa 2,5 milioni all’anno. Ma Giuntoli e Manna non hanno fretta di arrivare a una conclusione e nicchiano di fronte alle pretese, ragionando invece su un più cauto ritocco all’insù. All’estate, però, occorrerà arrivare con le idee più chiare, data la scadenza dietro l’angolo: se l’opzione del prolungamento sarà lontana, allora difficilmente potranno essere ignorare le offerte sul mercato. Per scongiurare il rischio di un addio a parametro zero proprio nell’estate che vedrà i bianconeri protagonisti al Mondiale per Club negli Stati Uniti

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TORINO - La stagione di Weston McKennie galoppa all’incalzante ritmo dell’hip hop, genere che l’americano della Juventus divora quotidianamente, nascosto dietro le immancabili “cuffione” alle orecchie. Il centrocampista, di ritorno dal deludente prestito semestrale al Leeds della scorsa annata, ha alzato il livello del proprio gioco. Ma non si è limitato a quello. Nella passata notte italiana, infatti, ha alzato anche la Nations League della Concacaf al cielo, con i “suoi” Stati Uniti. E ora, in conseguenza dei primi due assiomi, ha alzato pure le pretese, volgendo lo sguardo al futuro. Un passo alla volta. La stretta attualità impone di partire dall’AT&T Stadium di Arlington, che in genere ospita i touchdown dei Dallas Cowboys e che, invece, nelle scorse ore è stato teatro della finale di Nations League tra Usa e Messico. Un incrocio che racconta di una grande rivalità, tanto che purtroppo anche in questa occasione non sono mancati i tafferugli sugli spalti, e che ha finito per incoronare la Nazionale a stelle e strisce.

McKennie trascina gli Stati Uniti

Ancora una volta: tre su tre per capitan Pulisic e compagni nella competizione, dal 2021 a oggi. I ragazzi del ct Berhalter si sono imposti per 2-0, con il solito zampino di McKennie. Imprescindibile in mezzo al campo, il texano ha messo a referto l’ennesimo assist stagionale. Un passaggio piuttosto semplice in favore di Adams, a dire il vero, il quale ha avuto poi il merito di inventarsi il classico “gol della domenica” dalla lunghissima distanza. Intanto, però, per Wes fanno undici passaggi vincenti dall’estate in poi: sette in campionato, due in Coppa Italia e due proprio con gli Stati Uniti. Roba alla Modric, tanto per lasciarsi sfuggire un’iperbole. La fase di rifinitura della mezzala di Allegri ha vissuto una crescita esponenziale: basti ripensare al controllo di palla volante che ha portato al gol di Vlahovic con il Frosinone o alla verticalizzazione che ha ispirato la rete di Cambiaso di fronte all’Atalanta. Per ora manca il gol, e statisticamente è un dettaglio piuttosto insolito, ma l’ex Schalke ha trovato il modo per compensare.

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