Nuovo salto in alto
Dalla prima convocazione, dall’esordio in Nazionale allo sbarco in Serie A il passo è stato breve, anzi brevissimo: a fine luglio dello scorso anno arriva, al bomber di San Fernando, una chiamata dalla Liguria, da Genova, dal Genoa. Per Mateo, che è cresciuto, che ha realizzato il sogno di diventare un calciatore professionista grazie al settore giovanile del Boca Juniors, il club Xeneize (genovese, nel dialetto porteño) d’Argentina, il richiamo del club Xeneize d’Italia era un canto delle sirene irresistibile, troppo suadente e mellifluo per dire di no.
E così, il 26 luglio dell’anno scorso, Retegui salutò il Tigre, l’ultima sua squadra dall’altro lato dell’Atlantico e sbarcò all’ombra della Lanterna: nelle casse del club della provincia nord di Buenos Aires finirono, centesimo più, centesimo meno, una quindicina di milioni.
Il resto è storia recente: 23 presenze al suo primo anno di Serie A condite da 6 reti e pure da 2 assist gol. Un bottino niente male per un ragazzo che, al momento della prima convocazione di Mancini, era accompagnato dallo scetticismo generale figlio pure dello snobismo da Primo Mondo che considera la massima serie del calcio argentino una sorta di torneo parrocchiale, una competizione da Terzo Mondo calcistico... Chi segna, e tanto, in Argentina, però, di solito segna anche in Italia e in Azzurro e Retegui è l’ennesima conferma. Ora Mateo prepara un altro salto in alto. Un salto in alto a ritmo di Cumbia: la Cumbia del Gol.